PianetaChampions
·12 settembre 2024
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Francesco Totti ha rilasciato un’intervista, come quasi sempre gli accade senza peli sulla lingua, sulle colonne del Messaggero soffermandosi ovviamente su diverse tematiche a fortissime tinte giallorosse. Eccone alcuni estratti, ripresi da TMW:
“Non facendo parte di nessuna squadra diventa secondario. Adesso sono tifoso della Roma e basta. Non farei mai il direttore sportivo, magari un ruolo come Ibrahimovic o Zanetti, un riferimento. Una figura come il direttore tecnico. Un incarico operativo e non uno da chiamare solo quando ci sono problemi. Magari guardare altrove? Qualche squadra mi ha chiamato ma sono fedele alla Roma. Se andassi a fare il dirigente in un altro club sarebbe un fallimento. Ma per la Roma, non per me”.
“Un miscuglio di giocatori, alla fine ne sono stati presi quattro insieme. Ancora non l’ho capita. Io con 70 milioni avrei fatto altre scelte, non due giocatori ma almeno quattro-cinque. Dovbyk? L’attaccante andava preso e meno di 30 milioni è difficile. Ma Kone mi piace. Con certe spese folli la Roma deve arrivare per forza in Champions. Se investi 100 milioni e non ci arrivi è un fallimento totale. E senza, Daniele (De Rossi, ndr) salta prima, non arriva fino alla fine”.
“DDR? È il parafulmine. E chi ci rimette è lui, ma fortunatamente conosce tutto e tutti. In questo momento è l’unico che può fare l’allenatore alla Roma. Ma avete visto cosa gli hanno detto dopo queste prime partite? Lo scorso anno è il passato, se ne sono già dimenticati tutto. Ci si dimentica facilmente, guardate cosa è successo a me”.
“A Pellegrini voglio bene ma conta solo il rettangolo di gioco. Ultimamente non ha giocato come dovrebbe. E se hai una tifoseria contro è complicato giocare. Dybala? Massimo rispetto e ammirazione, ho sempre detto che è il giocatore più forte della Roma e va tutelato. Adesso vediamo come lo gestiranno”.
“Critiche a mio figlio Christian? Mi dispiace per il ragazzo. È da indegni parlare male di un diciottenne che ha i suoi sogni. Cristian ha il mio cognome e quello è il problema. Chi parla così solitamente sono i leoni da tastiera”