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·14 novembre 2024
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In occasione di un match che ricorda uno dei gol più belli ed importanti della sua carriera, intervistato dalla Repubblica, Lorenzo Insigne si è espresso così, lanciando una frecciatina al suo ex tecnico ai tempi di Napoli
“Non mi sento un ex, non ancora. Alla nazionale non si dice mai addio, nemmeno a quarant’anni e io ne ho ancora 33 – ha detto l’ex campione d’Europa – In Canada sto benissimo e sono contento dell’esperienza, ma ho un grande rammarico: in Italia chi va a giocare lontano è escluso in automatico dalla nazionale e non capisco perché. I sudamericani fanno ogni volta 13 ore di volo, perché noi non possiamo?”
Lorenzo Insigne ricorda con emozione il suo gol contro il Belgio ai quarti di Euro 2020, il 2 luglio 2021, come il più bello e importante della sua carriera, un tiro a giro che ha segnato la svolta per l’Italia nel torneo.
Quella vittoria ha segnato l’inizio di un cammino che ha portato gli Azzurri a vincere il titolo, ma anche l’ultima gioia internazionale di Insigne, che ancora rimpiange la mancata partecipazione ai Mondiali, avendo preso parte solo a quello del 2014, da giovane e senza essere protagonista.
Nel corso di un’intervista, Insigne esprime anche un rimpianto per il trattamento ricevuto dalla Nazionale dopo il suo trasferimento a Toronto. Sebbene abbia 33 anni, si sente escluso dal giro della Nazionale, un trattamento che considera ingiusto, soprattutto visto che calciatori sudamericani in Serie A sono spesso convocati nonostante le lunghe distanze. Insigne sottolinea che non intende dire addio alla maglia azzurra e che continuerà a lottare per meritarsi la convocazione.
A domanda diretta, invece, sulla questione giovani di talento che sembrano scarseggiare nel nostro Paese, Lorenzo si è espresso come segue: “Sento parlare di crisi e magari c’è del vero, ma i campioni in Italia sono sempre nati e bisogna aiutarli ad emergere come accade all’estero – ha commentato saggiamente il giocatore – I club devono investire nella crescita dei giovani e dargli spazio. In nazionale, con l’arrivo di Spalletti, sta già succedendo”.
Per quanto riguarda il tema dei giocatori italiani all’estero, Insigne non è il solo a subire critiche. Se è vero che alcuni calciatori hanno visto la loro carriera in Nazionale finire dopo il trasferimento fuori Europa, ci sono eccezioni come Giovinco, che aveva poche presenze in Nazionale quando si trasferì, o come Retegui, che è stato convocato nonostante giocasse in Argentina.
Tuttavia, la Serie A non ha mai impedito a giocatori come Donnarumma, Tonali, Udogie e Gnonto di essere convocati, e le difficoltà di Insigne sembrano essere più legate alla sua scelta di trasferirsi in un campionato non europeo, un tema che in Italia rimane controverso.
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