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·23 novembre 2024
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Giornata di vigilia per Paolo Vanoli. Smaltita la pausa per le nazionali il tecnico granata è pronto a tornare in campo, domani – alle ore 15 in punto – va in scena Torino Monza, match valido per la giornata numero 13 di Serie A. Dopo il derby perso contro la Juventus il tecnico ex Venezia è quindi chiamato a rialzare subito la testa, per frenare l’emorragia di risultati che da ormai due mesi vede protagonista il suo Toro. Sono infatti sei nelle ultime sette le sconfitte inanellate dai piemontesi nel massimo campionato italiano, sette su otto se aggiungiamo la Coppa Italia.
Tra le mura dello Stadio Olimpico Grande Torino Vanoli dovrà quindi tentare con ogni sua forza di raccogliere i tre punti, contro una formazione – quella allenata da Nesta – che attualmente si spartisce l’ultimo posto in classifica con Venezia. Vediamo quindi l’intervista dell’allenatore proprio in previsione della sfida. Qui la conferenza stampa di Paolo Vanoli LIVE pre Torino Monza.
Come stanno i giocatori? Sia delle nazionali che no?
«Bene, normale che chi ha fatto un lungo viaggio si è appena aggregato ieri al gruppo. Quelli rimasti hanno lavorato bene. Abbiamo da una parte una fortuna dall’altra sfortuna avendo 14 nazionali abbiamo poco da lavorare se non unicamente dal punto di vista fisico»
Sanabria e Gineitis hanno fatto bene in Nazionale, quanto possono aiutare al Toro?
«Tutti devono dare una mano al Toro. Guardo con attenzione le loro prestazioni, tutti hanno fatto bene in nazionale»
Cosa aspettarsi da Torino Monza?
«Sono delle tappe. 3 punti che ci devono avvicinare ad una tappa, per avvicinarsi al nostro sogno. 3 punti che devono arrivare dopo un derby perso. Deve esserci qualcosa che un po’ mancato nel derby…l’impegno c’è sempre stato, non quella cattiveria agonistica, quella voglia di arrivare al risultato»
Torino Monza è un bivio?
«Non è un bivio, è una tappa per arrivare a un micro-ciclo. Dobbiamo vedere gli obiettivi più vicini a noi, la prima tappa sarebbero i punti salvezza».
Il messaggio della sfuriata post derby con la Juve è arrivato alla squadra?
«Guarda, in questi giorni ho letto tanto riguardo questa sfuriata (ride, ndr). A volte dico che le cose devono restare nello spogliatoio. Sono una persona vera, sincera, dopo la partita ho detto ai miei ragazzi le cose in faccia come dico sempre. Perché questa penso che sia la cosa migliore per arrivare e per crescere. Sono cose che rimangono tra di noi. L’arrabbiatura non è arrivata dal risultato, ma l’arrabbiatura più forte è perché non abbiamo fatto un derby da Toro».
Come si marca uno come Djuricic?
«Un difensore deve usare astuzia e capacità per vincere i duelli con tutti gli attaccanti. Djuric è particolare, ma sono sicuro che sia Coco che Coco e Maripan hanno la struttura fisica. Se andiamo a fare la lotta fisica con Djuric, come per saltare, è normale che sia prevalente lui…un po’ come quando affronti Romelu Lukaku, sono giocatori fisici e importante. Bisogna saperli affrontare in una maniera diversa”
Cosa succede in Sanabria? In Nazionale ha fatto benissimo, al Toro fatica…
«Guarda, sono veramente felice quando i miei giocatori fanno bene in nazionale. Come, nonostante il periodo che stiamo passando attraverso risultati negativi, abbiamo aggiunto un altro giocatore che non andava in Nazionale da tempo: Masina. Questo è un dato di fatto. Guardo tutte le partite dei miei giocatori in Nazionale e sono felice, a volte è una questione di millimetri…quella rovesciata l’aveva fatta con la Fiorentina ed era uscita di poco. E lì (in Paraguay, ndr) ha fatto un eurogol. E sono convinto che prima o poi lo farà anche con noi».
Sanabria ha giocato a oltre 4000 metri. Come si recupera? E sempre Sanabria può fare quello che faceva Zapata?
«E’ un grande sacrificio ma…è anche un’abitudine. Loro sono abituati a grandi lunghi viaggi. E poi abbiamo fortuna con staff sanitario e nutrizionista, siamo molto attenti ai rientri. Usiamo melatonina e caffeina a seconda che un giocatore debba riuscire a stare sveglio o riposare anche a seconda dei fusi orari. Pretendo tanto dai miei nazionali, controllo anche i loro voli. A volte preferisco farli rientrare subito, altri lasciarli lì a riposare. È normale che per Tonny e per Marzipan sono viaggi importanti, il recupero dipende anche dalle prestazioni e si vede che Sanabria è rientrato con il sorriso. Lui è uno che cambia esultanze, ha due belle bambine ed è un valore aggiunto. Zapata e Sanabria sono diversi: Tonny è un giocatore di raccordo, gli chiedo io di stare più vicino all’area perché per caratteristiche abbiamo mezzali che sono di palleggio e meno di attacco alla profondità. A volte con Duvan mi riempiva l’area. Se porto fuori anche lui, ho pochi giocatori dentro l’area. Come con la Juve siamo arrivati bene, ma ci è mancato l’attacco all’area. L’abbiamo avuta un po’ più nel secondo tempo quando Tony è scivolato ed ha avuto l’occasione. Quando ha giocatori Vlasic gioca bene tra le linee, mentre Ricci e Linetty non sono da campo aperto. Oggi non dobbiamo guardare indietro, siamo questi, dobbiamo guardare avanti e con questi uomini provare a fare qualcosa in più»
Come sta Ilic?
«Ilic non è della partita»
Ricci?
«Sì, è recuperato»
Come si affronta una partita in un clima di contestazione?
«Sai benissimo, più volte ho detto quanto sono importanti per noi i nostri tifosi. Come ho detto ai miei giocatori dobbiamo focalizzarci solo sulla partita, dobbiamo diventare più animali. Focalizzati su quello che succederà in campo».
Ha ripensato a cosa è successo in campionato?
«Guarda, sono una persona molto umile. Anche durante gli allenamenti quotidiani rifletti. Per migliorare, bisogna guardare a se stessi e io devo essere un esempio per i miei giocatori. L’ho detto subito: questa per me è una sfida troppo importante per me, ho scelto il Toro e fino alla fine cercherò in tutte le maniere di portare risultati migliori insieme ai miei giocatori. Questo è’ il mio spirito, la mia determinazione, la mia fame. Ed è per questo che ho detto ai miei ragazzi che l’impegno non è mai mancato e mi ha dato fastidio nel derby. Questa panchina l’ho cercata, so che è una panchina importante e so che insieme possiamo farcela mettendo il noi davanti all’io. Solo così possiamo fare cose importanti»