Calcionews24
·10 maggio 2025
Torino, Vanoli in conferenza pre Inter: «Siamo motivati, Ricci recuperato mentre Sosa e Pedersen da valutare. Vi racconto il mio 4 maggio e la marcia dei tifosi»

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·10 maggio 2025
Giornata di vigilia per Paolo Vanoli, domani sera – tra le mura dello Stadio Olimpico Grande Torino alle 18 – va in scena Torino Inter, match valido per la giornata numero 36 del massimo campionato di Serie A. Alle 12 in punto di oggi ecco che il tecnico (ex collaboratore di Antonio Conte proprio in nerazzurro perlatro) presenta la gara contro i meneghini in conferenza stampa. Sentiamo dunque le sue dichiarazioni rilasciate dinnanzi ai cronisti riuniti nel ventre dell’impianto sportivo sabaudo.
Buongiorno mister Vanoli, per prima cosa come sta dopo lo spavento dell’ultima partita?
«Grazie! Se sono qua, sto bene (ride, ndr). E’ già un bel sorriso. Ne approfitto per ringraziare lo staff sanitario, è intervenuto subito, e anche il personale della croce rossa con tempestività. Con l’anestesista è stato efficace, quindi li ringrazio. Devo dire che non me lo aspettavo, sono stato travolto da un mare d’affetto. Non sono riuscito magari a rispondere a tutti, lo faccio oggi: con un grazie a tutti quelli che mi hanno dimostrato questo affetto.
Sulla squadra stiamo bene, abbiamo recuperato Ricci e Linetty: entrambi rientrati. Casadei ha avuto un piccolo sovraccarico al polpaccio, ma sta benissimo. Dobbiamo valutare solamente Borna Sosa che è rientrato parzialmente in gruppo, vediamo se portarlo domani o se fargli finire il ciclo di lavoro. E poi Karamoh ha avuto un inizio di pubalgia, penso che non sarà a disposizione. E anche forse Pedersen che ieri ha avuto un trauma facciale, vediamo oggi con gli esami. Per il resto tutto bene»
L’Inter è reduce dalla vittoria col Barcellona, quanto può galvanizzare questo successo?
«Intanto ne approfitto per fare i i complimenti al club, è un traguardo importante raggiunto con due partite incredibili e belle per il calcio. Ci tengo a fare i complimenti quindi. Dall’altra parte sono partite che si motivano da sole: quando incontri una grande squadra, non ci sono problemi. Quindi saremo carichi per questo»
Come si interpreta una gara così per uscire con un risultato positivo?
«Abbiamo la fortuna di avere motivazioni! Quando incontri squadre che hanno degli obiettivi forti inconsciamente devi stare in partita. A volte non ci siamo riusciti subito dall’inizio, ma abbiamo sempre reagito. Guardiamo a noi, continuiamo il percorso di crescita. A volte si fa un passo indietro per farne due avanti come è successo in questa stagione»
Buongiorno Vanoli, ci racconta come a vissuto il 4 maggio e la marcia dei tifosi?
«Sono andato su a Superga due volte: la prima volta quando sono arrivato perché volevo capire cosa fosse la storia di questo importante club, l’altro giorno ho vissuto la storia. La cosa più forte è stato penso il rumore del silenzio davanti alla lapide quando il capitano Duvan (Zapata, ndr) ha letto i nomi. Me l’avevano raccontato, devo dire grazie perché ho avuto la fortuna di viverlo. Questo è quello che ho provato
La marcia? Ho sempre detto che i tifosi sono una parte importante di questo club, hanno il diritto di dire ciò che pensano. Il grande insegnamento che ho avuto quest’anno è che sia noi che loro siamo andati avanti sulla stessa strada. Poi a volte si poteva fare meglio come nel primo tempo con il Venezia, ma poi abbiamo dimostrato che questa squadra non vuole i tradire i valori»
Ci fa un bilancio su Adams? Se l’aspettava un impatto così…
«Se devo essere sincero non mi aspettavo questo suo impatto in un campionato così difficile soprattutto per una punta. Gli faccio i complimenti, anche al club perché è andato a prendere un attaccante davvero funzionale e con delle qualità. Può ancora migliorare, però parliamo di un ragazzo che ha voglia di crescere ed è alienabile. Si merita ciò che ha fatto, però non dimentichiamoci che ma mancano ancora tre partite»
CI racconta l’incontro con Pulici?«E’ stata una grande emozione. Come ho sempre detto il Filadelfia è casa loro, noi a braccia aperte le accogliamo perché è bello farli rientrare a in quella che era la loro casa. Sono valori da non perdere. Se vogliamo costruire il futuro, non si può dimenticare il passato. E’ stato bello parlare con lui, sono veramente contento»
L’Inter tra i migliori in europa sui calci da fermo, come si prepara Vanoli?
«E’ una statistica importante, è una squadra strutturata. Abbiamo visto i dati e ci lavori, poi durante la partita devi essere attento alle seconde palle che ti portano al gol…per non perdere l’uomo. Lo hanno dimostrato anche in Champions e in campionato, serve massima attenzione».
Mister Vanoli come se lo spiega il brutto primo tempo con il Venezia?
«Hai ragione! Tutti pensano che io abbia sbraitato al primo tempo e poi mi sono sentito male, ma non è così. Sono entrato negli spogliatoi e a cinque minuti dalla fine ho detto solo i tre cambi da fare e ho detto solo una parola: ‘Che ci dobbiamo vergognare’. E mi ci metto anche io, perché sono io l’allenatore di questa squadra. Per questo nel secondo tempo mi sono seduto in panchina, volevo vedere una reazione che c’è stata.
Mi piace questo aspetto della mia squadra, è una debolezza ma è una squadra che vuole reagire e lo abbiamo dimostrato con un secondo tempo da Toro. Nel primo tempo non è una questione di motivazione: nei primi 10 minuti eravamo giusti contro una squadra che avevano un risultato importante e ve l’avevo detto anche in conferenza. Ma mi ha dato fastidio che al primo errore abbiamo abbassato la testa e questo lo abbiamo pagato. Però ho capito anche che non posso stare seduto perché altrimenti mi sento male…»
Cosa ne pensa sui giovani in Italia? Lei ha dato fiducia a tanti al Torino
«Mah…ho lavorato per otto anni con la Nazionale partendo da osservatore a facendo tutte le categorie. Quando vedo giovani che ho avuto ad alti livello: faccio l’esempio di Dimarco e Locatelli e Pezzella che ho avuto in Nazionale è bello. Ricordi che anche loro hanno avuto una prospettiva importante. Mi piace lavorare con i giovani, devono avere la loro crescita e poi devono giocare».
«Ma mi dà fastidio mettere in campo un giovane perché la squadra non è motivata, ma deve giocare perché è bravo e per pensare al futuro. Come è successo con Nije. Altrimenti si regala loro un’illusione a tutto questo…Invece il giovane deve capire che c’è chi arriva subito e chi ha un percorso, io sinceramente da giovane ho giocato in Interregionale dopo il settore giovanile. Il problema è che magari fai giocare un giovane e poi lo mandi in B o in C e lui lo vede come una delusione. Dembele, che è un giovane, sta avendo un grande percorso e lo sto tutelando: pur che a volte mi guardi male, ma è un processo. Io penso che in qualsiasi parte del mondo, se hai un giovane forte non lo lasci in panchina, diciamoci la verità».
Termina la conferenza stampa di Paolo Vanoli in previsione di Torino Inter
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