PianetaChampions
·22 giugno 2024
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Arrigo Sacchi, raggiunto dai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“, ha speso parole al miele per Paolo Vanoli, nuovo allenatore del Torino: “A consigliarmelo fu Maurizio Viscidi. Lo incontrai e mi fece subito un’ottima impressione. Sapete che io guardo prima la persona e poi l’allenatore, o il calciatore. Vanoli mi è parso subito una bravissima persona, e dunque mi sono detto: qui partiamo con un buon vantaggio.
Iniziamo prima di tutto dalle qualità umane. Vanoli è uno che ascolta, non è presuntuoso, ha voglia di imparare, s’impegna tantissimo sul campo, ha un buon dialogo con i calciatori. E poi, questo non va mai dimenticato, è stato un buon calciatore e quindi la vita dello spogliatoio, per lui, non è una novità […].
La promozione con il Venezia? È stato bravissimo, Vanoli. Perché a metà stagione la società non aveva investito nel mercato invernale e, anzi, aveva ceduto qualche elemento importante. Ma lui ha compattato l’ambiente, gli ha dato quelle sicurezze che gli hanno consentito di arrivare alla promozione. Ho visto quattro-cinque partite del Venezia. E devo ammettere che giocava bene. Mi piacevano i principi alla basedi ogni manovra: aggressione dell’avversario, desiderio di dominare il campo. Vanoli è un ragazzo che conosce la cultura del lavoro e la trasmette ai suoi ragazzi. Il Venezia, quando l’ho visto, mi è sembrato una squadra moderna. Vanoli lo inserisco tra gli strateghi, non tra i tattici: ha una visione e vuole arrivare al traguardo inseguendo le sue idee.
Quali difficoltà potrà incontrare in questa sua prima avventura in Serie A? Le solite difficoltà che, tuttavia, si superano conl’impegno, con la serietà e con l’umiltà. Tutte doti di cui Vanoli è ben provvisto. Credo che il presidente Cairo abbia fatto una buona scelta. Vanoli è un ragazzo che dà tutto, e già per questa ragione dovrebbe essere considerato un vincente. E poi è un allenatore che fa giocare le sue squadre in undici. Guardate che in Italia non sono molte le squadre che giocano in undici, come un vero collettivo. Mi auguro che il Torino diventi una di queste“.