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·1 marzo 2025
Thiago Motta e la Juventus: un rapporto complesso dentro e fuori dal campo
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·1 marzo 2025
La Juventus sta vivendo un momento delicato, e non solo per i risultati altalenanti.
Dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia, il club bianconero si interroga non solo sulle scelte tattiche di Thiago Motta, ma anche sulla qualità dei rapporti tra l’allenatore italo-brasiliano e il suo spogliatoio.
Tensione nello spogliatoio: non tutti dalla parte del tecnico
Le voci che filtrano da Vinovo non parlano di una squadra in rotta con il proprio allenatore, ma è evidente che il feeling tra Motta e una parte dei giocatori non sia mai decollato del tutto. Recentemente, un’affermazione attribuita a un giocatore della Juve ha acceso i riflettori: “Non sopporto Thiago Motta, e non sono l’unico”.
Non si tratta di una questione legata al carisma o alle capacità tecniche del mister — diversi calciatori, come Kalulu e Conceiçao, hanno scelto la Juventus proprio dopo aver parlato con lui — ma piuttosto di un problema di empatia. Già prima della sorprendente sconfitta contro l’Empoli, circolavano rumors su una certa freddezza nei rapporti interni.
Il nodo empatia: tra rigidità e comunicazione fredda
Il principale punto critico sembra essere la mancanza di un rapporto umano solido con parte della squadra. Alcuni giocatori lamentano una gestione troppo rigida delle scelte: chi gioca titolare una settimana, può ritrovarsi in panchina per 90 minuti quella successiva, senza apparente spiegazione. Inoltre, l’assenza di un capitano fisso e i continui cambi di formazione hanno contribuito a creare un senso di incertezza.
La valutazione della società: non solo risultati
Per la Juventus, la valutazione sul futuro di Thiago Motta non dipenderà soltanto dal quarto posto o dalla corsa scudetto. La dirigenza bianconera tiene in considerazione anche la coesione interna del gruppo. Il club sa che, per costruire una squadra vincente, l’allenatore deve essere un punto di riferimento non solo tattico ma anche umano.
La prossima estate sarà decisiva. Se Motta vorrà restare sulla panchina della Juventus, dovrà dimostrare di saper creare un rapporto più solido con il suo spogliatoio. L’unità di intenti passa anche dal cuore, non solo dalla lavagna tattica.