Calcio e Finanza
·2 febbraio 2025
Tebas attacca Florentino Perez: «La Superlega sembra un circo»
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·2 febbraio 2025
Il presidente della Liga, Javier Tebas, torna a parlare della sua ferma opposizione al progetto Superlega, che è ancora vivo e punta a veder nascere la propria competizione il prima possibile, ma torna anche sul caso Olmo-Barcellona e, infine, commenta la nuova Champions League.
Sulla Superlega, Tebas non usa messi termini: «La prima cosa è che è molto chiaro chi c’è dietro, perché sembra che non vogliano mai dirlo: è Florentino Perez – ha esordito il numero uno della Liga al quotidiano spagnolo El Pais –. Bisogna metterci la faccia. La seconda cosa, non è serio che ci siano tre formati in tre anni. Non possiamo parlare di salvare il calcio, come ha detto il presidente Perez, e poi fare questo. È anche molto poco serio presentare un formato che non parli di governance. O il modello televisivo: un giorno è tutto gratis, un altro giorno è ibrido, un altro giorno non so come sia… Questo sembra un circo. Si accede dalle leghe nazionali, ma dei 16 club inclusi nella nella Star, 12 appartengono ai cinque grandi campionati. Sembra un po’ elitaria. Poi si dice che alla Spagna spettano tre posti, ma forse sono due. Chi ci andrà? Sempre gli stessi, Real Madrid e Barcellona. Se sempre gli stessi partecipano a una competizione che si suppone genererà moltissimi soldi, il divario nei campionati nazionali aumenterà ancora di più. E maggiore è il divario economico, meno competitivo è il campionato e più valore perderà».
Sul calcio gratis in tv: «È pericoloso esattamente quanto il discorso legato alla Superlega. Se almeno fosse fattibile, ma non lo è. Questo fa danno perché immaginate: in settimana, calcio gratis e nel weekend, la lega nazionale a pagamento. Credete che in Spagna sarebbe fattibile il calcio gratis per tutti? Sicuramente farebbe un danno devastante. Più che salvare il calcio, questa missione con cui è arrivato il Real Madrid, sembra che voglia distruggerlo».
Un primo bilancio sulla Champions che ha visto terminare la sua prima fase: «Non mi piace. È un no definitivo il mio. Ma in alcuni territori sta cannibalizzando. Leghe medie e piccole d’Europa che hanno già lanciato i loro diritti nazionali, come il Belgio, hanno perso il 20% del loro valore. In Italia hanno perso un 10%, mentre la Champions è aumentata. La Liga sta bene, ma ha perso peso nel mercato asiatico. Quando ti riunisci con gli acquirenti dei diritti audiovisivi, ti dicono: “Ho già la Champions in settimana, quindi nel weekend mi compro la Formula 1 e le moto. Non ho bisogno della lega nazionale”. Ceferin mi diceva che avevo approvato il nuovo modello di Champions, ed è vero. Ma quando l’ho approvato, ho anche detto che bisognava valutarne gli effetti. E non esisteva il Mondiale per Club. Se oggi si votasse, voterei contro la nuova Champions».
Infine un commento sul Dani Olmo-Barcellona: «L’intervento del governo non dà una buona immagine. Ma noi abbiamo agito secondo le regole sia del fair play finanziario sia della federazione. La decisione del CSD dimostra che non capisce come vengono rilasciate le licenze. Esiste un processo automatizzato. Con il caso Olmo, il 31 dicembre al Barça viene comunicato che non ha margine nel fair play. Tenta di registrare la licenza di Olmo e gli viene detto: non puoi farlo, non hai l’autorizzazione per una licenza. Il 3 gennaio aveva già margine nel fair play, ma a quel punto non si poteva perché questo giocatore è stato cancellato dalla rosa a disposizione il 31 dicembre e non può ottenere una nuova iscrizione per la stessa squadra. Cosa fa la commissione? Studia la situazione, perché il Barça aveva presentato una richiesta, ma la licenza era già stata negata. Non c’è altro. Abbiamo presentato un ricorso al CSD. Abbiamo chiesto una misura cautelare per annullare l’iscrizione di Olmo. Una misura che annulli il provvedimento preso».