Stramaccioni: «Pio Esposito ricorda Toni, l’Inter deve tenerlo. Chivu ha già un merito, su Sucic dico questo» | OneFootball

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·27 giugno 2025

Stramaccioni: «Pio Esposito ricorda Toni, l’Inter deve tenerlo. Chivu ha già un merito, su Sucic dico questo»

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Le parole di Andrea Stramaccioni, ex allenatore dell’Inter, sull’impatto di Pio Esposito in nerazzurro e su Cristian Chivu. I dettagli

Andrea Stramaccioni ha parlato a La Gazzetta dello Sport della del momento dell’Inter dopo il passaggio agli ottavi di finale del Mondiale per Club.

PIO ESPOSITO – «Basta con questa storia del “giovane”. Esistono giocatori forti e altri meno forti. Francesco Pio Esposito è un giocatore forte. Ciò che a volte si sottovaluta è che vivere certi ambienti, allenarsi con determinati compagni e subire pressioni simili ti fa crescere e maturare. Se sei forte devi stare all’Inter. E Pio lo è. I nerazzurri non hanno un giocatore con le sue caratteristiche oggi, forte fisicamente e abile nel giocare spalle alla porta».


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ATTACCO INTER – «Lautaro è in gran forma e vuole riprendersi tutto. Thuram non si discute, Bonny è un giocatore di grande qualità, forza e prospettiva. Esposito può completare il poker alla grande, lo vedo assolutamente complementare agli altri tre anche nei diversi abbinamenti possibili».

PARAGONE – «Il primo Luca Toni, quello di Palermo con Guidolin. Per come mette il corpo, per come effettua il primo controllo e per la finta che gli piace tanto con cui ha segnato al River Plate».

DOVE DEVE MIGLIORARE – «Andrò controcorrente: il colpo di testa. Sotto quel punto di vista è molto forte, ma può essere ancora più cattivo e devastante».

CHIVU – «Ha avuto il merito di resettare tutto mentalmente, non era facile. Il post Champions ha avuto effetti micidiali, ma la squadra è in crescita. Ho rivisto serenità e consapevolezza di forza. Il solco resta quello di Inzaghi, ma l’idea di trovare alternative in corsa è evidente. Il doppio mediano e i due giocatori sotto punta creano imprevedibilità».

SUCICI – «Ha dimostrato ciò che sa fare anche venti metri più avanti. Nella Dinamo Zagabria non giocava solo da mediano, ma affiancava Baturina. Abbina la qualità nel gestire la palla alla visione di gioco e alla forza fisica».

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