Stramaccioni, il suo ricordo di Romagnoli: «Alessio ha bruciato le tappe ed era un ragazzo d’oro» | OneFootball

Stramaccioni, il suo ricordo di Romagnoli: «Alessio ha bruciato le tappe ed era un ragazzo d’oro» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Lazionews24

Lazionews24

·2 gennaio 2025

Stramaccioni, il suo ricordo di Romagnoli: «Alessio ha bruciato le tappe ed era un ragazzo d’oro»

Immagine dell'articolo:Stramaccioni, il suo ricordo di Romagnoli: «Alessio ha bruciato le tappe ed era un ragazzo d’oro»

Andrea Stramaccioni racconta il suo rapporto con Alessio Romagnoli: l’opinionista di DAZN ha allenato il difensore della Lazio nelle giovanili della Roma

Andrea Stramaccioni ha rilasciato una lunga intervista al Messaggero in vista del derby Roma Lazio. L’ex tecnico, oggi opinionista di DAZN, aveva iniziato il suo percorso da allenatore nelle giovanili della Roma dove aveva allenato due ragazzi che domenica si affronteranno sul campo: Alessio Romagnoli e Lorenzo Pellegrini. Di seguito le sue parole sul difensore biancoceleste.

CHE CALCIATORI ERANO DA GIOVANI – «Alessio ha bruciato le tappe. A qualcuno sembrava leggero fisicamente, ma lo era solo “sulla bilancia”. In campo mi faceva impazzire: qualità nell’impostazione, testa alta, leggeva il gioco con anticipo e in più era mancino, il che spesso rappresenta una rarità. Insomma, un difensore centrale moderno. Lorenzo, a sua volta, appariva di intelligenza calcistica superiore, vedeva il gioco, ne capiva prima l’evoluzione e aveva un gran bel piede per finalizzare».


OneFootball Video


CHE CARATTERE AVEVANO – «Alessio era un ragazzo d’oro. Veniva da lontano ma aveva deciso di non stare al pensionato, perciò ha fatto enormi sacrifici, su e giù fra autostrade e Pontina ogni giorno. Lorenzo era amatissimo da tutti i compagni. Lo sentivi poco, ma poi in campo si faceva notare, eccome, con i suoi numeri e le sue giocate».

UN ANEDDOTO CHE SI PORTA NEL CUORE – «C’è n’è uno che porto nel cuore. Io mi sono sposato il 1 luglio 2011, esattamente il primo giorno in cui dopo 6 anni di Roma sono diventato un tesserato dell’Inter. A quei tempi la nuova proprietà del club giallorosso – erano appena usciti i Sensi – non prese bene il fatto che passassi all’Inter. Beh, nonostante questo clima, i miei ragazzi fecero qualcosa di straordinario: tutti in tuta della Roma si presentarono a mia insaputa al mio matrimonio, al Castello di Bracciano, per esserci in un momento importante per la mia vita e soprattutto per salutarmi. Alessio era davanti a tutti e in chiesa, durante la cerimonia, lesse una preghiera per me e mia moglie a nome della squadra. Fu una grande sorpresa e non mi vergogno a dire che in quel momento mi emozionai tanto e non trattenni qualche lacrima».

GLI HA PESATO IL TIFO BIANCOCELESTE – «Nei settori giovanili può capitare che un laziale giochi nella Roma o viceversa. Molti nascondono la loro fede per paura, ma invece da ragazzini non c’è niente di male. Certo, qualche sfottò ci sta, però poi quando si va in campo si lotta tutti per la stessa maglia. Ecco, Alessio è stato un grande. Ha sempre difeso a spada tratta la sua lazialità, ma poi in campo dava tutto. Infatti, sono contento che abbia coronato il sogno di giocare per la squadra che amava da bambino. È una bella storia».

RIMPIANTO MILAN – «Può succedere, ma perdere un giocatore importante a zero è una situazione che tutti i club cercano di evitare».

UTILIZZO – «Baroni, invece, ha utilizzato Alessio 14 volte da titolare sulle 16 in cui è stato disponibile. È un segnale di grande considerazione nei suoi confronti».

Visualizza l' imprint del creator