Calcio e Finanza
·4 giugno 2024
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Le prossime settimane potrebbero portare a un cambiamento radicale nell’universo Premier League. Infatti, il massimo campionato europeo dovrà affrontare un procedimento giudiziario portato avanti dal Manchester City per discriminazione. Come riporta il quotidiano britannico The Times, i Citizens ritengono che la norma che vieta accordi di sponsorizzazione con parti correlate sia discriminatoria.
Il Manchester City ha presentato reclamo formale lo scorso 16 febbraio, con la stessa Premier che aveva informato a marzo i restanti club che erano possibili eventuali reclami dopo la decisione presa dall’assemblea (con il voto contrario dello stesso City e del Newcastle). Il dibattimento, che dovrebbe durare un paio di settimane, inizierà il prossimo lunedì 10 giugno.
Le ragioni del fronte del no sono legate alla possibilità che sia messa a serio rischio la concorrenza interna della Premier League. Infatti, club come il Manchester City o il Newcastle, sono controllate da fondi governativi che possono contare su risorse economiche pressoché illimitate grazie alle politiche dei rispettivi Paesi di origine: Emirati Arabi e Arabia Saudita.
Inoltre, i club che hanno votato a favore di questa norma, temono che questa causa senza precedenti di un club contro il proprio stesso campionato possa poi avere un peso su un altro procedimento in corso: quello legato alle presunte 115 violazioni del Fair Play Finanziario che la Premier League stessa sta portando avanti proprio contro il Manchester City. Fra queste, infatti, c’è anche la possibilità che i Citizens abbiano beneficiato di ricavi da sponsorizzazioni gonfiati grazie all’intervento diretto della proprietà del club che avrebbe sfruttato aziende con sede in Qatar per nascondere finanziamenti diretti e aggirare così le norme del FPF della Premier.
Ma se c’è un fronte di club favorevoli a questa norma, c’è anche chi si oppone e spalleggia il Manchester City, con il club inglese che ha chiamato a raccolta tutte le altre società che si sono schierate dalla sua parte per far fronte comune in questo procedimento contro la Premier League. Sempre secondo The Times, infatti, ci sarebbe almeno un club pronto a testimoniare contro la norma introdotta dal massimo campionato inglese.
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