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·5 settembre 2023
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Il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani ha parlato a Piazza Affari, programma in onda su TMW Radio.
Lo scorso anno avete giocato sempre grandissime partite contro le big: pareggiato a Napoli, battuta la Lazio, perso all’ultimo con la Juve, pareggiato con la Roma e perso al 95′ all’esordio con l’Inter, pareggiato col Milan. Quale delle grandi che avete affrontato le è sembrata la meglio allenata? “Lo scorso anno abbiamo fatto veramente tantissimo. Ci siamo misurati con varie big ben allenate. Non sono io a scoprirlo. La squadra ha centrato grandi risultati con le grandi, mancando ogni tanto negli scontri diretti e ogni tanto facendo meno di quello che ci aspettavamo nel nostro fortino del Via del Mare”.
Fuori Baroni dentro D’Aversa. Vi aspettavate un approccio già così pronto del nuovo allenatore, nonostante abbiate cambiato anche molti elementi della rosa? “Fin dal ritiro ho visto l’allenatore con una voglia e determinazione importante. Ha avuto un periodo di sosta forzata e aveva tanta fame di lavoro. Tante operazioni di mercato durante il ritiro e credo che non l’abbia troppo agevolato. È stato bravissimo e lucido a costruire in quei giorni. Ha tratto il meglio da chi è restato e ha inserito bene anche i nuovi”.
Come risponde a coloro i quali accusano la vostra società di comperare troppi giocatori stranieri, sia tra i giovani che tra i titolari per la prima squadra? “Il calcio ha un mercato globale, soprattutto per una piccola come la nostra. Difficile fare un mercato sugli italiani, che non siano in prestito. Prendere giocatori dalle big per formarli e poi perderli non fa parte della politica del nostro club. È una politica che splendidamente viene messa in pratica da Corvino e Trinchera. Li prendiamo giovani? È vero. Li prendiamo stranieri? È vero. Ma ora è questo il mercato”.
Un suo pensiero sul mercato arabo… “Non sono spaventato da questi flussi. È un mercato che va tanto sui nomi consolidati. Noi i nomi sappiamo produrli e casomai possiamo monetizzare vendendoli poi lì. Per noi questo tipo di mercato può essere una risorsa e un premio della capacità di sviluppare talenti. Dovessero andare, oltre che sui calciatori, anche sui dirigenti bravi, potrebbe essere un problema”.
La vostra territorialità è oramai merce rara in Serie A. È utile quando si vogliono convincere i giocatori? “Corvino ha un forte legame col nostro territorio, così come il sottoscritto. È qualcosa che ci fa lavorare al 110%. Quando ci troviamo a dover convincere calciatori che sono indecisi se venire da noi o altrove, riusciamo ad invogliarli anche con la bellezza della città e con il calore del nostro popolo”.
Avete condotto un piano progettuale di riqualificazione dello stadio collaborando con la Regione Puglia, che ha contribuito al 35%, pensando anche alla possibilità di poterlo utilizzare come centro per i Giochi del Mediterraneo del 2026. Pensa che (per i lavori che necessitano tutti gli altri stadi d’Italia) questo possa essere un viatico percorribile? Il tema è centralissimo. Quello riferito alle strutture. Stiamo cercando di trarre vantaggio da un evento specifico, vale a dire i Giochi del Mediterraneo 2026. C’erano dei fondi che erano destinati a questo evento. Lo Stato interverrà su delle strutture, che ci darà una mano col “Via del Mare”. Tutti gli interventi di ristrutturazione li abbiamo dovuti in passato sostenere noi, togliendo soldi dal processo di crescita sportiva. Credo che sia un tema da governo centrale con una Legge sugli Stadi che aiuti il movimento. Vado avanti mettendo delle toppe al vecchio Via del Mare, ma non è giusto nei confronti dei 30.000 che vengono a riempire il nostro impianto”.
I tifosi che spesso ospitiamo in radio ci dicono che c’è un contatto continuo con la società. Lei ha spesso sottolineato Strefezza, leader di questa squadra che spesso fa la differenza. “Ho cercato di eliminare ogni tipo di barriera e di distanza con la nostra tifoseria. Noi dobbiamo essere a disposizione del territorio, della tifoseria, della gente, dei ragazzi delle scuole, del carcere. Dobbiamo essere una risorsa 7 giorni su 7 e dobbiamo essere un centro “oltre il calcio”. Passando alla squadra, la copertina in questi giorni è giustamente dei nuovi, ma avete fatto bene a sottolineare lo spirito di Strefezza, che da capitano va in panchina, poi entra in corsa con una fame importante”.