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·10 luglio 2025
Stadio Flaminio, è scontro fra la Roma Nuoto e il Comune: chiesto un risarcimento

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·10 luglio 2025
Si potrebbe dire che sia appena iniziata la “terza battaglia“ nelle aule giudiziarie per lo stadio Flaminio fra Roma nuoto - che ha vinto le prime due e che è la prima rivale della Lazio per aggiudicarsi la riqualificazione dell’impianto sportivo - e il Campidoglio.
L’Associazione Sportiva Roma Nuoto ha depositato al giudice amministrativo ben 22 pagine di ricorso per chiedere l’annullamento della delibera dell’assemblea capitolina con la quale, il 9 maggio scorso, il Comune ha deciso di negare il pubblico interesse per il progetto di ristrutturazione del Flaminio. Questa è la terza volta che il Comune e Roma Nuoto non si trovano d’accordo sul da farsi e, nei due casi precedenti, è stato il comune ad avere la peggio con i giudici che hanno imposto di riaprire il procedimento, ritenuto illegittimamente chiuso nel 2021. Il secondo round si è svolto a giugno scorso quando il Tar ha condannato il Comune per “soccombenza virtuale” per aver mal gestito le procedure amministrative.
Come riporta Il Messaggero, nel ricorso, Roma Nuoto evidenzia un grave errore procedurale: il mancato preavviso della negazione al pubblico interesse, ma soprattutto una forma di favoritismo del Comune per favorire e consentire “La presentazione struttura inesistente di progetti riguardanti in Flaminio da parte di soggetti terzi. Organi di vertice dell’amministrazione si erano pubblicamente espressi contro il progetto Roma Nuoto a favore del progetto ipotizzato dalla squadra calcistica locale per ovvie ragioni di carattere politico-elettorale“. In seguito, gli avvocati della società contestano i motivi che la Giunta capitolina ha addotto per spiegare il dissenso alla concessone del pubblico interesse ricordando, fra gli altri, come il Flaminio sia nato originariamente come un impianto polisportivo e multidisciplinare, quindi molto più adatto all’utilizzo che ne vorrebbe fare la Roma Nuoto (piuttosto che la Lazio, ad esempio); oltretutto, la riduzione dei posti è legata alle prescrizioni della soprintendenza. Infine, Romano Nuoto chiede ai giudici anche di condannare il Comune al pagamento di risarcimento stimato in poco meno di cinque, milioni di euro.
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