Calcionews24
·29 maggio 2025
Stadi italiani, l’allarme di Eurispes: in vista di Euro 2032 solo l’Allianz Stadium è conforme agli standard UEFA

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Nel suo 37° Rapporto Italia, l’Eurispes – l’Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali, fondato nel 1982 come ente privato e indipendente di ricerca – dedica un’ampia sezione alla questione degli stadi in Italia, un tema tornato di grande attualità in vista di Euro 2032, che sarà ospitato congiuntamente da Italia e Turchia. Il quadro che emerge non è particolarmente incoraggiante: dei 129 stadi italiani omologati per almeno 5.500 spettatori, il 60% risale a un periodo compreso tra il 1920 e il 1970. In questo momento, l’unico impianto già conforme agli standard UEFA per ospitare partite del torneo è l’Allianz Stadium di Torino. San Siro e l’Olimpico di Roma sono in una posizione più avanzata rispetto ad altri, ma necessitano comunque di interventi di ristrutturazione per essere pienamente adeguati.
Sono in fase progettuale solo quattro nuovi impianti: lo stadio della Roma a Pietralata, quello del Cagliari, e i futuri stadi di Taranto e Venezia. Il concetto stesso di stadio è profondamente cambiato: non più solo luoghi sportivi, ma veri e propri centri multifunzionali in grado di generare ricavi attraverso attività collaterali come musei, business center, palestre, piscine, hotel e ristoranti. Tuttavia, l’Italia resta indietro rispetto ai grandi club europei: se la media dei ricavi da stadio per le 30 società calcistiche principali del continente si attesta intorno al 18%, le tre principali squadre italiane ne ricavano solo il 15%.
Le cause principali di questo ritardo sono individuate nelle storiche difficoltà infrastrutturali del Paese. Nonostante l’esistenza di una legge ad hoc per incentivare la costruzione di nuovi stadi, permangono ostacoli significativi: lentezza burocratica, incertezza sui tempi e sui costi, e un quadro politico locale spesso indeciso o frammentato. L’Eurispes sottolinea che non è auspicabile un modello come quello statunitense, dove i Comuni finanziano impianti che restano in mano ai club, ma invita a considerare la costruzione di uno stadio come leva per la riqualificazione urbana, sottolineando l’importanza delle opere collaterali per lo sviluppo di interi quartieri.
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