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·5 marzo 2025

Stadi e scommesse, cosa cambia nel calcio italiano con il voto in Senato

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Dai nuovi stadi alle scommesse, passando per la riforma dei Campionati, la nuova legge quadro del settore (la riforma della Melandri), il tax credit e il sostegno al calcio femminile. Il Governo guidato da Giorgia Meloni è pronto a mettere in essere atti concreti per sostenere l'industria del Calcio italiano. Decisivo in tal senso il voto della VII Commissione del Senato, quella Cultura e Sport, all'atto di indirizzo per riformare il settore.

"Deve essere la stagione delle riforme", dice dalla Sala Caduti di Nassiriya il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, seduto al fianco del vicepremier, Matteo Salvini, e del senatore Paolo Marcheschi (FdI), relatore del documento approvato in Commissione.Un processo di riforma che ora dovrà dunque trovare attuazione attraverso l'agenda di Governo, che per il momento tiene fuori dal pacchetto la reintroduzione del Decreto Crescita.


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Il lavoro di Abodi

Diverso, invece, il discorso quando si parla dell'abolizione del divieto di pubblicità di scommesse previsto dal Decreto Dignità nelle manifestazioni sportive e di una percentuale delle scommesse da destinare agli organizzatori degli eventi.

Due capisaldi nelle richieste del calcio al Governo e che ora dovranno solo trovare uno spazio normativo in cui essere ospitate.Ma gli aiuti non saranno solo su scommesse e pubblicità. "C'è molto di più", ribadisce Abodi. A cominciare dalle infrastrutture.

"Quello sugli stadi e commissario sarà il primo provvedimento", dice ancora il ministro, prendendosi l'impegno entro fine mese di tracciare una road map completa con gli aiuti al calcio.

La questione Stadi

"Serve una cabina di regia unica - sottolinea riferendosi sempre al tema delle infrastrutture -. Con un commissario a capo e dei subcommissari che potrebbero essere i sindaci delle città".Salvini, intanto, si dice "felice" di poter "contribuire ad accelerare, semplificare e sburocratizzare sul tema delle nuove infrastrutture", spiegando però come molto poi dipenda "anche dai territori", citando il caso San Siro, e dalle Sovrintendenze, alle quali "nessuno vuole togliere competenze - spiega il vicepremier - ma ridurre la soggettività".

La traduzione in termini di operatività politica è che occorre passare dalle enunciazioni ai fatti e per questo restano sul tavolo anche "la nuova Melandri" (la cui versione prima versione di testo "è praticamente chiusa", anticipa Abodi) e la tax credit, due temi da sviscerare.

(Photo by Marco Luzzani/GettyImage)

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