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·19 aprile 2019

Sparta, una grande storia e un derby fantasma

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di Simone Balocco –

Pensi alla Novara calcistica e vengono in mente Edmondo Mornese, Silvio Piola, lo stadio di via Alcarotti, Giovanni Udovicich, Tiziano Polenghi e l’epopea della squadra di Attilio Tesser che in due stagioni (2009-2011) regalò alla città di San Gaudenzio prima la Serie B dopo 33 anni e la Serie A dopo cinquantacinque. La squadra azzurra, oggi militante in Serie C, è la squadra storica e più titolata della città.


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Eppure Novara ha una seconda squadra che però non ha mai giocato a livello professionistico. Questa squadra è la S.S. Sparta, nata il 20 novembre 1926 e oggi militante nel campionato di Promozione, ovvero tre categorie sotto Cacia e compagni: nel breve periodo, non si disputeranno derby cittadini se non in partite amichevoli dove la Sparta svolgerebbe il ruolo di sparring partner visto che se giocassero nelle serie dilettantistiche significherebbe che il Novara o ha perso lo status di “mai fallita” o giocherebbe per la prima volta nella sua storia nei dilettanti.

Una squadra nata ormai novantatré anni fa la Sparta e ancora oggi attiva, tra alti e bassi. Uno spaccato di storia pallonara novarese basata, quando fu fondata, su rispetto, lealtà e valori umani uniti alla volontà di avvicinare allo sport la gioventù, non dimenticando la sua formazione scolastica. Oltre alla semplicità, all’attaccamento alla maglia e allo spirito di sacrificio.

E pensare che la Sparta nacque da una costola del Novara Calcio grazie ad Enrico Patti.

Nativo del quartiere di San Martino, Enrico Patti è stato il deus ex machina della Sparta. Dirigente dell’Inps, Patti ha avuto un passato da ex giocatore non solo del Novara (120 partite e cinque reti tra il 1913 ed il 1927), ma anche della Juventus, militandovi nella stagione di Divisione Nazionale 1927/1928 insieme ai novaresi Reynaudi e Marucco, giocando tredici partite. Dopo aver allenato il Novara nei suoi primi due campionati di Serie B (1929-1931), si dedicò anima e cuore alla “sua” Sparta.

Il nome “Sparta” derivava dal nome della forte squadra allora tra i fari del celebre “calcio danubiano”. I colori sociali erano la maglia bianca (come quella della Pro Vercelli, la squadra piemontese allora con più scudetti e la seconda d’Italia dopo il Genoa) ed i calzoncini neri. Nei primi mesi di attività, il sodalizio triplicò i tesserati, segno che la nuova idea funzionava e che la città aveva “fame” di calcio. La Sparta allora disputava solo amichevoli e tornei cittadini. Cosa che invece non faceva il Novara che, ad esempio, nella stagione 1929/1930, prese parte al primo campionato italiano di Serie B, categoria dove vi rimase per sette stagioni consecutive prima di disputare la prima delle sue attuali tredici stagioni in Serie A.

La prima partita ufficiale della Sparta è datata 23 gennaio 1927 e venne disputata ad Arona contro la compagine locale che vinse 3-1. La prima vittoria avvenne nella “Coppa Oleggio” contro il Cameri per 2-1 il 6 febbraio 1927. Dal 18 aprile 1927, anche la Sparta si allenò presso il campo di via Lombroso (oggi non più esistente, come la via) dove si allenava anche il Novara Calcio. Entrambe le squadre, dal 1931, ebbero a disposizione lo stadio “Littorio” di via Alcarotti come sede dei loro allenamenti e delle loro partite casalinghe. La Sparta nacque come associazione sportiva dilettantistica, con un occhio al settore giovanile: furono tanti i giovani che giocarono prima nella Sparta e poi nel Novara. Uno su tutti, Edmondo Mornese, “centromediano metodista” e capitano del Novara nella sua seconda avventura in Serie A (1938-1941).

Una grande pagina di calcio spartana fu scritta il 5 aprile 1936 quando, allo stadio di via Alcarotti, scese in campo l’Italia B contro la Svizzera, dove gli ex spartani Mornese e Galimberti, allora in forza al Novara, partirono titolari. Mornese divenne il primo ex spartano a vincere un campionato di Serie A da titolare: fu determinante per la vittoria del campionato 1941/1942 della Roma, il primo della squadra giallorossa, il primo di una squadra non del Nord Italia. Dopo di lui, vinsero il tricolore il portiere Angelo Caimo ed il difensore Francesco Rosetta: il primo con l’Inter nella stagione 1939/1940 (ma non era il titolare), il secondo con la Fiorentina, da capitano, nella stagione 1955/1956.

Oltre a questi, giocarono in massima serie anche Giuseppe Mainardi, Lelio Antoniotti ed Emidio Cavigioli, con quest’ultimo che prese parte anche alle Olimpiadi di Londra nel 1948. Enrico Patti era anche un amante della tattica ed impose alla sua squadra il sistema “WM”. Patti, dicono i racconti, si innamorò di quella tattica dopo aver visto giocare l’Inghilterra a San Siro il 13 maggio 1939 contro l’Italia bi-campione del Mondo.

Il miglior risultato allora della Sparta fu la promozione in Serie C della stagione 1940/1941 guidata in campo da Rosetta. Ma anche in Serie C, lo spirito a-professionistico e amicale caratterizzò la vita della Sparta. Anche se non mancarono le titubanze di alcuni dirigenti nell’iscrivere la squadra al campionato, perché pensavano che il core della Sparta sarebbe venuto meno. Patti acconsentì e la Sparta si iscrisse al torneo.

La Sparta rimase in Serie C dalla stagione 1940/1941 alla stagione 1946/1947, dopodiché entrò in declino e sprofondò nelle serie dilettantistiche provinciali, militando esclusivamente (tra il 1959 ed il 1988) in Seconda e Terza categoria. Unico sussulto: l’amichevole contro il Torino di Mazzola, Castigliano e Gabetto il 15 settembre 1946, per celebrare i venti anni di attività del club: vinsero i granata per 6-2 al “Comunale” di via Alcarotti.

Se non che, con l’arrivo di Santino Tarantola, già Presidente del Novara Calcio tra il 1970 ed il 1984, sulla poltrona principale del club bianco-nero, tra il 1986 ed il 1990, la Sparta poté tornare a sognare in grande: in quattro stagioni, la squadra passò dalla Terza categoria al Campionato Nazionale Dilettanti. La Sparta era arrivata ad una serie di distacco dal Novara, impantanata da otto anni in Serie C2.

E visto che la Sparta nei suoi successivi otto campionati consecutivi in Serie D giocò in parte al “Comunale” di viale Kennedy (dal 1997, “Piola”) ed in parte allo stadio di via Alcarotti, in tanti in città speravano (o maledivano) la possibilità che per la prima volta Novara e Sparta si sarebbero potute affrontare per la prima volta in partite ufficiali.

Il top della gestione Tarantola fu la stagione 1991/1992, con la squadra che si piazzò addirittura al quarto posto. All’inizio degli anni Novanta, inoltre, il Novara organizzava spesso dei triangolari contro la stessa Sparta ed invitò al “Comunale” di viale Kennedy anche la Juventus: erano anni che una squadra di Serie A non veniva a giocare in città, sebbene per un triangolare estivo. E la piccola Sparta, che divenne anche la successiva squadra di tanti ex calciatori del Novara, faceva sempre bene.

Ma se il Novara, a partire dalla stagione 2002/2003, non solo riuscì a trovare una quadra societaria e ad abbandonare l’odiata Serie C2 fino arrivare nella stagione 2001/2012 a giocare in Serie A, la Sparta dovette affrontare gravissimi problemi economici, tanto che al termine della stagione 1998/1999 fallì e dovette ripartire dalla Terza categoria. Il nome “Sparta” fu tenuto in vita dalla fusione di questa con il Barengo e poi con il Vespolate, tanto da riuscire ancora a giocare due campionati di Serie D tra il 2003 ed il 2004. Ma la Sparta (per come la intendeva Patti) era morta nel 1999.

Addirittura tra il 2008 ed il 2014 non ci fu una prima squadra e la Sparta puntò solo (ma molto bene) sul settore giovanile. Da cinque stagioni la Sparta è tornata “operativa”, milita in Promozione, si allena a Veveri (quartiere Nord della città) e gioca nello stadio di viale Alcarotti, dal 5 giugno 2004 dedicato alla memoria del suo fondatore, Enrico Patti, morto il 16 ottobre 1973 (con la Sparta in Seconda categoria). Ed è grazie al “colonnello” Patti se Novara ha avuto una seconda squadra calcistica cittadina.

Meriterebbe qualcosa di importante anche la memoria di Santino Tarantola, uno che ha dato tanto (anche in termini monetari) allo sport novarese: dall’Hockey Novara al Novara Calcio fino alla Sparta, dove si tolse tante soddisfazioni fino a farla diventare davvero “la seconda squadra di Novara” con il sogno di giocare il primo “derby di San Gaudenzio”. Peccato che la squadra di hockey pista, sotto la sua gestione, non abbia mai vinto la tanto agognata Coppa dei Campioni ed il Novara Calcio, in 14 anni, abbia disputato sette campionati di Serie B, uno di Serie C, tre di Serie C1 e tre di Serie C2 e non tornò mai ad essere una grande squadra di provincia. Santino Tarantola è morto il 23 aprile 2007: a capo della Sparta ora c’è Roberto Bellardone ed in panchina mister Paolo Zanardi.

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