💙 Solo cuori per Calafiori! Assist da leader, lacrime e numeri PERFETTI | OneFootball

È (anche) l’Europeo di Riccardo Calafiori. Il difensore del Bologna, dopo una stagione da record con i terribili ragazzi di Thiago Motta, era atteso al primo grande torneo con la Nazionale. Tanti i dubbi che si portava dietro il classe 2002, nonostante la consacrazione in maglia rossoblù.

Un conto è emergere in una squadra medio-piccola che trova la miglior stagione della storia recente, un altro è farlo con la maglia azzurra addosso. La personalità, però, da queste parti è di casa e così, al netto di qualche sbavatura, Calafiori si è preso la scena in un crescendo.

Prima la gara quasi perfetta con l’Albania, in cui però una lettura sbagliata poteva rovinare tutto. Poi la debacle italiana con la Spagna, firmata proprio da un suo autogol, e, infine, la gara della resurrezione con la Croazia. Dall’inferno al paradiso, tutto in 90′. In questo, bravo Spalletti ad allontanare le critiche, rinunciando all’idea di sostituire Calafiori dopo la sfortunata autorete di cinque giorni prima. In cambio il ct ha avuto una super prestazione dal suo centrale, con la ciliegina dell’assist al 90’+8.

Piede da regista, personalità da grande

Assieme a Bastoni, Calafiori forma una coppia di registi adattati a centrali. Un’esagerazione? Mica tanto. In tutte e tre le gare giocate dagli azzurri, infatti, le trame sono spesso e volentieri partite dai piedi (entrambi sinistri) dei due. Anche ieri per Calafiori 57 passaggi riusciti su 61, ovvero il 93%. Tra questi, ovviamente, la perla dell’assist a Zaccagni, al termine di un’avanzata in solitaria.

Proprio la capacità di sapersi spingere in avanti, accettando anche di prendersi rischi, è una caratteristica che piace a Spalletti e che si vede spesso, ancor più quando l’Italia gioca a 3 come ieri sera. L’Inter di Inzaghi ha fatto scuola, i famosi “braccetti” che diventano mezzali aggiunte in fase di possesso sono ormai parte di ogni 3-5-2 che si rispetti. La differenza, allora, l’hanno fatta i ruoli, perché, rispetto a quanto accada all’Inter, qui il centrale era Bastoni, con Calafiori libero di agire alla sua sinistra e di creare più occasioni di chiunque altro in campo (4).

Oltre alle doti in fase di impostazione, però, c’è anche tanto altro. A un difensore si chiede pur sempre il lavoro sporco e anche in questo il classe 2002 non ha deluso: 100% di duelli aerei vinti, nessun dribbling subito, cinque contrasti a terra in cui ha avuto la meglio.

Fotografia dell’Italia

Un buon inizio, un paio di grossi passaggi a vuoto ma anche il colpo quando serviva e il carattere. L’Europeo di Calafiori è stato fin qui l’Europeo dell’Italia, che si è scoperta fragile contro una Spagna ingiocabile (quanto meno lo è stata a Gelsenkirchen), ma che poi si è aggrappata alla qualificazione con le unghie e con i denti. Da capire, ora, che azzurri vedremo da qui in avanti. L’adrenalina del gol allo scadere ha scacciato via il ricordo della figuraccia contro le Furie Rosse, ottima notizia verso gli ottavi.

Da ieri si parla solo del miracolo del 90’+8, del destro “alla Del Piero” di Zaccagni e della personalità di quel centrale con i capelli lunghi, che al triplice fischio è scoppiato in lacrime sul prato della Red Bull Arena. Un’immagine che vale più di mille parole e che, se ce ne fosse ancora necessità, sottolinea quanto questa Nazionale abbia bisogno di giocatori come Calafiori.