Sneijder e gli anni d’oro all’Inter: «Con Mourinho ci fu la svolta. Benitez? Parlò con me ed Eto’o, tutto finito in 10 minuti» | OneFootball

Sneijder e gli anni d’oro all’Inter: «Con Mourinho ci fu la svolta. Benitez? Parlò con me ed Eto’o, tutto finito in 10 minuti» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Inter News 24

Inter News 24

·12 aprile 2025

Sneijder e gli anni d’oro all’Inter: «Con Mourinho ci fu la svolta. Benitez? Parlò con me ed Eto’o, tutto finito in 10 minuti»

Immagine dell'articolo:Sneijder e gli anni d’oro all’Inter: «Con Mourinho ci fu la svolta. Benitez? Parlò con me ed Eto’o, tutto finito in 10 minuti»

Sneijder, l’ex giocatore dell’Inter ha ripercorso i suoi momenti in nerazzurro, in particolare, la strepitosa annata 2010

Ospite del programma di Prime Video Fenomeni, l’ex eroe del Triplete Wesley Sneijder ha parlato del suo passato all’Inter e dell’annata 2010.

SUL MANCATO PALLONE D’ORO – «Quando scelgono i giocatori è giusto, ma chi decide qua? Se parliamo dei migliori giocatori del mondo sono sempre Messi o Cristiano. Ma in quel momento avevamo vinto la Champions, avevamo vinto tutto in Italia e sono arrivato in finale ai Mondiali. Per me non è importante, è una cosa individuale, c’era più valore quando vinceva la squadra. Oggi 2025 parlano ancora che dovevo vincerlo io nel 2010. Sono arrivato quarto, ma non mi sono arrabbiato, ma ho detto che non sarei più andato. La à devi andare in smoking, ma quando ho capito che ero fuori dai 3 ho cambiato il vestito. Nel pomeriggio già lo sapevo, volevo andare a casa. Mi sono vestito tutto di nero».


OneFootball Video


SULLA SUA ESPERIENZA ALL’INTER – «Esperienza all’Inter standing ovation. Trattativa? Io mi ricorod che mi ha chiamato Mourinho, non lo conoscevo. Mi ha detto Wes sono l’allenatore dell’Inter manca solo una posizione da coprire, il numero 10. Quando ti portiamo qua, possiamo vincere tutto. Tutti gli allenatori parlano così, io ho detto lascia stare. Io non volevo andare via dal Real Madrid. Lui mi ha chiamato tutti i giorni per due settimane, ha parlato con la famiglia, il mio agente e abbiamo deciso di andare. Il giorno dopo abbiamo giocato il derby e abbiamo vinto 0-4 col Milan. Mi ha convinto Mourinho, io non conoscevo la squadra. Conoscevo Chivu, ci ho giocato all’Ajax. Siamo sempre stati insieme alla Pinetina, mi ha aiutato molto. Alla fine ero molto contento di essere andato là. Io mi sono trovato subito bene, i giocatori mi hanno aiutato molto, Zanetti, Cambiasso, Stankovic, Eto’o. Ho sentito subito che era una squadra. Poi dopo 2-3-4-5 partite ho capito che mancava davvero solo il numero 10, eravamo pronti per vincere tutto. San Siro uno degli stadi più belli del mondo».

SU ZANETTI – «Zanetti era un capitano dentro e fuori dal campo. Anche nel Real con Raul, sono molto simili. Quando dovevamo fare la corsa in allenamento Zanetti era sempre il primo. Quando c’era qualche problema nella squadra o col fisioterapista, io parlavo con lui e mi aiutava. Per noi era molto molto importante. Clan argentini? Non è vero, ovvio che quelli della stessa nazione stanno insieme. Facevamo la grigliata, Zanetti sa cucinare eh. Lui la organizzava ogni mese e cucinava, capitano numero uno».

SU MORATTI – «Moratti c’era sempre. Veniva sempre nello spogliatoio. Un presidente con classe, quando arriva in spogliatoio tutti si alzavano, ma ho capito subito che lui voleva vincere la Champions. Ho parlato subito con lui e ho capito che non era solo un presidente, ma di più. Quando avevi problemi potevi andare da lui. Quando non stavo bene con un altro allenatore, andavo da lui ho spiegato e lui mi ha detto: ci organizziamo, se non volete più questo allenatore vediamo. Dopo che abbiamo vinto 4-0 col Milan nella prima partita, io ho capito subito che potevamo vincere tutto e anche lui. Siamo cresciuti durante l’anno, da dietro all’attacco tutti top. Tutti con extra classe».

SU BENITEZ – «Quando è arrivato Benitez ha detto a Eto’o: io ti metto a sinistra e lui gli diceva io sono un attaccante. Ma lo hai fatto anche con Mourinho, sì ma l’ho fatto per lui non lo faccio per te. Partito malissimo. A me ha detto: tu giocavi col 10, ma ti metto più indietro. Io gli ho detto non facciamo così. In 10′ era finito tutto: 5′ con Eto’ e 5′ con me finito il gruppo».

Visualizza l' imprint del creator