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·28 settembre 2022

Skriniar si racconta: “Inzaghi uno di noi”, poi il ringraziamento a sorpresa

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L’uomo più discusso del momento in casa Inter è sicuramente Milan Skriniar. Lo slovacco è stato per tutto il mercato estivo al centro di voci di mercato che lo volevano ad un passo dal trasferimento al PSG, ma alla fine ha scelto di rimanere a Milano. Le prestazioni fin qui deludenti della squadra hanno però contribuito a riaccendere le voci di un possibile addio dello slovacco, in scadenza di contratto a fine anno e per ora in stallo con il rinnovo. In questo clima di grande incertezza, Skriniar si è raccontato all’ex compagno di squadra Borja Valero ai microfoni di DAZN.

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Su Ronaldo: “Il Fenomeno era il mio idolo da bambino, giocavo attaccante: tutti i bambini quando iniziano a giocare sognano di fare gol e assist come faceva lui, ma a livelli altissimi. Era il mio idolo, mi ricordo che nel Mondiale 2002 si era fatto quel taglio, a mio padre avevo chiesto di tagliarmeli come lui: però facevo schifo e me li ha tolti subito”.

Su Bastoni: “Ascoltiamo la musica italiana, a me piace tantissimo. Quando entriamo in spogliatoio la gente ci vede insieme, abbiamo io una cuffia e lui l’altra, è una cosa che magari non si vede da tutte le parti”.

Sulle critiche: “La squadra o il mister non danno la colpa ai difensori, i gol li abbiamo presi globalmente come squadra: è tutta la squadra che difende, così come l’attacco inizia dai difensori. Abbiamo parlato tutti insieme di questa cosa, sappiamo come difensori che possiamo e dobbiamo fare meglio”.

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Sul tatuaggio sul petto: “Ha un significato: diavolo e angelo si stringono la mano per l’equilibrio. Non devi essere troppo buono perché la gente se ne approfitta, ma neanche cattivo perché non va bene. L’ho fatto cinque anni fa”.

Sulla delusione dell’anno scorso: “C’era tanta delusione ma ci siamo detti che abbiamo vinto due coppe e che il non aver vinto lo scudetto deve essere determinazione in più per cominciare la preparazione e provare a vincere quest’anno. Le voci non vogliamo ascoltarle, ci fanno perdere solo energie: abbiamo perso il derby dopo averlo dominato 70 minuti, abbiamo sbagliato il Sassuolo che poteva essere decisivo. Il Milan è stato molto bravo, hanno avuto partite molto difficili alla fine e le hanno vinte: c’è anche merito loro e non solo demerito nostro”.

Sull’arrivo alla Sampdoria: “Io sono arrivato a fine gennaio, era un momento difficile per me: ero contento per la possibilità ma non parlavo italiano e il trasferimento si era fatto in 3 giorni. Io ero a Dubai con l’Under 21, ma sono andato subito vista la possibilità. Ho giocato solo 2 partite, tante volte mi sono allenato fuori rosa, erano momenti difficili: anche questo mi ha aiutato e mi ha reso più forte. Ringrazio sempre Giampaolo, ho sbagliato qualche partita ma lui mi supportava sempre perché vedeva qualcosa in più in me che gli altri non vedevano. Non pensavo fosse così difficile: devi essere sempre posizionato bene, guardare i compagni e gli avversari. Anche questo mi ha reso un difensore forte”.

Sull’inizio da difensore: “Allo Zilina facevo il centrocampista, una volta si fece male un difensore centrale e il mister mi chiese di sostituirlo. Dopo la partita mi disse che avevo fatto molto bene e nelle partite dopo cominciai a giocare sempre in difesa. E’ stata una fortuna, magari da centrocampista starei giocando ancora nel campionato slovacco”.

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Su Conte: “Era qualcosa di nuovo la difesa a 3, all’inizio faceva un po’ fatica e avevo limiti in quel ruolo. Lavorare con lui e il suo staff mi ha aiutato a migliorare, mi sono abituato a giocare in quel ruolo: posso giocare sia a 3 che a 4, è una cosa positiva”.

Su Inzaghi: E’ come se fosse uno di noi, parla e scherza con noi, quando c’è da dire una parola forte la dice. E’ un mister equilibrato: si sa divertire con noi ma sa quando deve dire qualcosa e quello che pensa”.

Sulle freccette: “Ci giochiamo ancora ma non come prima: Brozovic era malato di freccette, ci ha fatto diventare malati tutti. Adesso nei ritiri stiamo sempre insieme, siamo in 6-7 in camera, guardiamo le partite: siamo un gruppo fantastico con bravi ragazzi, siamo amici fuori dal campo, non solo compagni di squadra. Riti? Il giorno prima della partita, la sera, guardo i video dei miei avversari del giorno dopo. Poi ascolto la musica in viaggio per arrivare allo stadio”.

Sul legame con i tifosi: “Dall’inizio ho cercato sempre di dare il massimo per questi colori e per questa squadra. Lo sto facendo anche ora, come ho sempre fatto, e per questo i tifosi mi vogliono bene. Ho un buonissimo rapporto con loro e voglio ringraziarli, è bellissimo per un giocatore avere un rapporto del genere con i tifosi”.

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