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·10 giugno 2025

Serie B, il Brescia rinuncia al ricorso: «Battaglia in altre sedi». Il playout sarà Salernitana-Sampdoria

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La battaglia legale del Brescia davanti alla giustizia sportiva si è conclusa con il ritiro del ricorso in appello da parte di Massimo Cellino, che ha dato mandato ai legali di rinunciare all’impugnazione della sentenza del Tribunale federale del 29 maggio. La sanzione, divenuta ora definitiva, prevede otto punti di penalizzazione per l’utilizzo di crediti di imposta inesistenti nei versamenti di febbraio e aprile, con conseguente retrocessione del club in Serie C.

Come riporta l’edizione odierna de Il Giornale di Brescia, il presidente Cellino ha inizialmente motivato la scelta come una conseguenza tecnica, legata all’impossibilità di firmare gli atti per via dell’inibizione che colpisce sia lui che il figlio Edoardo, e alle dimissioni del commercialista Stefano Midolo, unico consigliere con potere di firma. Tuttavia, dalle dichiarazioni dei legali emerge un quadro diverso: la decisione sarebbe parte di una strategia più ampia con cui Cellino intende contestare le istituzioni calcistiche, abbandonando il club e aprendo un contenzioso fuori dalle aule sportive.


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L’avvocato Giorgio Altieri, legale di Cellino, ha indicato come determinanti per questa scelta la sospensione dei play-out da parte della Lega B del 18 maggio, la mancata proroga della FIGC al 6 giugno per l’iscrizione e la decisione del Tribunale Federale sulle penalizzazioni. Queste misure, insieme alla preesistente fragilità finanziaria dovuta a due truffe subite dalla società, avrebbero impedito al Brescia l’accesso al credito e compromesso ogni possibilità di salvezza sportiva, anche in caso di accoglimento del reclamo. Altieri ha poi annunciato che la società si riserva ogni tutela nelle sedi opportune, segnalando l’intenzione di Cellino di proseguire la battaglia sul piano della giustizia ordinaria, al di fuori dell’ambito sportivo.

Lo scontro con le istituzioni calcistiche è stato esplicitato da Cellino già il 6 giugno, giorno del mancato pagamento delle pendenze federali. In un messaggio diretto al presidente FIGC Gabriele Gravina, Cellino ha contestato la legittimità delle decisioni sportive e attaccato duramente il sistema, dichiarando che «la giustizia sportiva non prevale su quella dello Stato». Il giorno dopo, ha lasciato affondare il Brescia, sancendo l’uscita di scena della società dopo 114 anni di storia. Ora l’imprenditore guarda alla giustizia civile per portare avanti la sua contestazione contro la governance del calcio italiano.

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