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·11 novembre 2024
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Un altro weekend nero per gli arbitri ma soprattutto per il VAR. Iniziamo da Cagliari, dove era difficile cogliere dal campo il fuorigioco di Luvumbo sul gol di Zortea, che però il VAR avrebbe dovuto appunto annullare perché l’attaccante angolano è oltre la linea e ostruisce la linea di visione di Maignan. Il portiere francese infatti non si butta per effettuare la parata bensì si sposta per cercare il pallone.
Proseguiamo andando a Bergamo. Troppa superficialità da parte del VAR La Penna, come mostrato a Open VAR, nella valutazione del mani di Hien. Il braccio dello svedese è molto largo e alto, quasi all’altezza delle spalle (mentre il sinistro rimane attaccato, a conferma di come il movimento del destro non sia naturale) e va addirittura verso il pallone. Era calcio di rigore per l’Udinese. Il VAR invece non potrà mai intervenire sulla revoca del gol di Davis: il contatto provocato ai danni di De Roon è leggero. Ad Open VAR si è sentito addirittura parlare di “step on foot”, cosa che non è.
Allo stesso modo, il VAR non può intervenire per revocare il rigore concesso da Mariani a San Siro per il contrasto tra Anguissa e Dumfries, che sembra più un contatto di gioco che un fallo. Giusto invece non fischiare il tocco di braccio di Olivera: è in dinamica, un movimento naturale, del tutto involontario, mentre l’uruguayano sta andando in marcatura su Lautaro Martinez.