Calcio e Finanza
·19 dicembre 2024
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La Serie A ci riprova: domani infatti alle 14 andrà in scena la seconda assemblea elettiva, convocata per tentare di eleggere il nuovo presidente e i nuovi vertici della massima Lega calcistica italiana.
Il primo tentativo era andato a vuoto, quando Ezio Simonelli si era fermato a 13 voti rispetto ai 14 necessari da quorum. E rispetto anche ai 15 club che alla vigilia sembravano pronti a votarlo. Nel frattempo, però, il tema della potenziale incandidabilità (visti i ruoli nei collegi sindacali di Mediaset, Fininvest e Mondadori, tutti legati al Monza che è di proprietà proprio della Fininvest di Berlusconi) aveva agitato le acque, portando alla prima fumata grigia.
Ma il commercialista, che ha dalla sua parte un fronte guidato da Inter, Juventus e Atalanta di cui fanno parte tra le altre anche Milan e Roma, non molla
Simonelli ha presentato, prima ancora della prima assemblea, una lettera con chi confermava la volontà di dimettersi da tutti gli incarichi potenzialmente in conflitto di interesse. In attesa del parere del collegio dei revisori, che dovrebbe essere letto domani in assemblea, nei giorni scorsi sembrava che i due club che avevano fatto saltare l’elezione nella prima assemblea (Genoa e Torino, con quest’ultimo che aveva inserito il nome di Mario Draghi tra provocazione e volontà di distinguersi dal fronte lotitiano) fossero pronti a tornare sui propri passi domani, votando quindi a favore del commercialista.
Il fronte dei club pro-Simonelli sembra unito, guidato soprattutto dalla volontà di togliere il potere in Lega a Claudio Lotito: una questione emersa con forza anche nell’ultima assemblea, quando sia Marotta che Scaroni, anche con toni duri, hanno voluto sottolineare come ormai siano pochi i club a sopportare la sua gestione.
Tuttavia, il patron della Lazio non è uno abituato a mollare. Tant’è che nelle ultime ore ha tirato fuori, quasi come un coniglio dal cilindro, il nome di Luca Cordero di Montezemolo, come riportato dalla Gazzetta dello Sport. L’ex presidente di Juventus e Ferrari ha un profilo manageriale in linea con le necessità, ma resta da capire se sia un nome abbastanza pesante da far cambiare idea a qualche club dell’altro fronte. E se soprattutto sia una ipotesi realistica oppure solo la più classica delle manovre di disturbo cercando di allungare ulteriormente la partita.
Domani quindi si ripartirà così, dai 14 voti necessari per quorum. Solo dalla eventuale terza assemblea si scenderà a 11 voti come quorum, una assemblea che secondo le ultime indiscrezioni potrebbe anche essere anticipata al prossimo 30 dicembre, in modo che la Lega si possa presentare in Arabia Saudita per la Supercoppa italiana (prima gara il 2 gennaio con Inter-Atalanta) con i nuovi vertici. Anche se il fatto che proprio la Lega di fatto si sposterà in Arabia Saudita già da fine dicembre potrebbe complicare le ipotesi.
Sullo sfondo resta anche la questione legata al voto sull’amministratore delegato. La decisione, nella prima assemblea, era stata di rinviare tutto al momento in cui sarebbe stato eletto il nuovo presidente. Intanto però nelle ultime due settimane sono arrivate ai club due lettere anonime sull’operato dell’attuale ad De Siervo: lettere a cui lo stesso manager ha di fatto replicato con una lunga e approfondita analisi del suo operato in questi anni, oltre alla volontà di adire a vie legali contro quanto scritto.