PianetaBari
·19 settembre 2024
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È cominciato il processo relativo allo scontro tra ultras di Bari e Lecce, dopo la violenta rissa tra esponenti delle due tifoserie sull’autostrada A16 tra Cerignola e Candela avvenuta il 23 febbraio del 2020. Undici gli ultras coinvolti nel processo, di cui 6 baresi e 5 leccesi.
I reati contestati a coloro che sono finiti nel registro degli indagati sono quelli di blocco stradale, rissa, danneggiamento a seguito di incendio e furto. C’è da segnalare che un ultras salentino ha scelto l’opzione del rito abbreviato. Come riportato da quintopotere.it, il processo è iniziato con le testimonianze degli autisti che guidavano i tre pullman con a bordo i sostenitori del Bari.
«All’altezza di Cerignola ovest mi accorgo che in prossimità dello svincolo, sulla corsia di emergenza, vi erano due minivan con a bordo tifosi leccesi. Pochi attimi dopo ho visto il pullman davanti al mio saltare ed alcuni pezzi di lamiera e copertone venire verso il mio mezzo, tant’è che ho dovuto scansarli per evitare danni. Tutti gli occupanti del mio pullman e di quello in avaria sono scesi dai mezzi, mi sono girato verso la strada e ho visto l’autostrada bloccata dai mezzi dei tifosi leccesi” – il racconto di uno dei tre autisti dei tifosi del Bari.
«A quel punto gli ultras si sono armati di mazze e bastoni, fumogeni e petardi e si sono lanciati contro i leccesi che in segno di sfida li aspettavano al centro della carreggiata. Subito dopo giungeva la massa degli altri tifosi baresi e lo scontro è diventato estremamente violento. Ho visto persone che rientravano ferite dal luogo dello scontro, ho visto fumo e ho realizzato che era stato incendiato qualche furgone. Quando lo scontro si è diradato gli occupanti del mio pullman sono saliti sul mezzo brandendo bandiere giallo-rosse, sciarpe e altri oggetti appartenuti ai leccesi che mostravano agli altri come bottino di guerra» chiosa l’autista di uno dei pullman dei tifosi del Bari.