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·13 gennaio 2025

San Siro torna protagonista nel Consiglio Comunale: polemiche sui carotaggi nell'area dello stadio

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Alcuni lavori relativi a dei carotaggi nell’area di San Siro, che a quanto pare non sarebbero stati comunicati dall’amministrazione comunale né agli abitanti della zona né al Consiglio Comunale di Milano, hanno riacceso la discussione politica in merito alla ristrutturazione del Meazza da parte di Inter e Milan, una volta che i club diventeranno proprietari dell’impianto.

«Venerdì nel parco dei Capitani, quest’area attigua allo stadio, i cittadini hanno visto questi “omini”, lo dico nel massimo del rispetto, che erano intente in attività che all’inizio non venivano ben comprese – ha dichiarato in Consiglio Alessandro Giungi del Partito Democratico –. Poi grazie all’intervento anche del consigliere Fedrighini, che si è recato lì di persona si è accertato che si trattava di una attività di carotaggio. Magari qualcuno pensa che ci sia il petrolio, ma semplicemente manca la comunicazione che era doverosa. Ero già intervenuto in altre occasioni in Consiglio Comunale per situazioni simili».


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Giugni continua: «Se noi affrontiamo il tema di San Siro nei prossimi mesi, sappiamo che dovremo comunque discutere della cessione dell’area e dello stadio, se questa attività pensiamo di poterla fare senza una comunicazione puntuale, senza che ogni passaggio riceva la giusta informazione soprattutto per i cittadini e i comitati, noi facciamo un cattivo servizio sia alla politica che ovviamente e soprattutto a chi in quell’area abita. La mia è una richiesta con toni molto moderati, cerchiamo di creare una condizione per cui su San Siro si possa discutere realmente, non cerchiamo delle scappatoie. Non possiamo immaginare che Inter e Milan possano svolgere attività di qualunque tipo autorizzate dal Comune con una Pec senza prima aver detto che cosa faranno alla politica e ai cittadini, non è accettabile. Già nel dibattito pubblico era già stata censurata la comunicazione sul tema San Siro, così non va bene. Se comunque la decisione sarà quella, quantomeno si permetta la discussione e si dia la possibilità di avere informazioni più complete e precise possibile. Altrimenti si rischia che ci sia la sollevazione e l’indignazione da parte di chi abita lì».

Il 2025, come ribadito più volta dal sindaco Giuseppe Sala sarà un anno fondamentale sul tema stadio per quanto riguarda San Siro. Della stessa opinione è la consigliere Mariangela Padalino di Noi Moderati: «Quest’anno potrebbe segnare una svolta importante per il nostro stadio, è un simbolo di Milano e vogliamo resti lì. Oggi sta attraversando grandi fasi di cambiamenti. Però vorrei fare un parallelismo con Madrid, dove la nuova struttura rappresenta un successo da un punto di vista economico ma solleva preoccupazioni per la qualità della vita dei residenti. Gli eventi annuali sono passati da 35 a 300 creando un impatto significativo sulla vivibilità di tutto il quartiere e tensioni anche nella comunità locale. L’esempio del Bernabeu dovrebbe suscitarci qualche preoccupazione e soprattutto l’introduzione di un doppio stadio, insieme alla chiusura della Maura, comporterebbe un significativo aumento dei concerti e degli eventi».

Sul piano dei lavori, Padalino ha aggiunto: «Inoltre la nuova struttura verrebbe edificata troppo vicino agli edifici di via Tesio e sul Parco dei Capitani, un’area verde fondamentale per la zona. Noi non sappiamo ancora quale progetto sarà presentato ma dovrà fortemente puntare a riorganizzare metodi, strade e infrastrutture affinché entrino nell’area di San Siro, con pochissimi parcheggi sotto lo stadio sfruttando quelli già presenti».

Infine, sul tema in Consiglio Comunale è intervenuto Carlo Monguzzi di Europa Verde: «Siamo nell’incredibile. Venerdì i cittadini ci hanno avvertito fin dalla prima mattina che si stavano facendo dei lavori. Noi abbiamo allertato tutti, il collega Fedrighini è andato in persona. Cosa ci ha detto il Comune ufficialmente? Si tratta di un primo sopralluogo esplorativo e conoscitivo preordinato alla presentazione di una apposita richiesta per l’esecuzione di analisi dei terreni necessaria per la redazione di uno studio di fattibilità tecnico-economica che le società devono presentare».

«Cioè le società sono andate a fare i lavori – ha continuato Monguzzi –. E non potevano chiedere a qualche ufficio del Comune di Milano come era la situazione del terreno? Sono andati personalmente con le loro ditte private. Nulla è stato deliberato, a meno che ci sia qualcosa di segreto, su San Siro e già iniziano i prelavori. Da cinque anni la vicenda San Siro è un fatto privato tra due fondi speculativi e il nostro sindaco che agisce come se lo stadio fosse suo, dimenticando semplicemente che lo stadio è di proprietà del Comune. È così che amministriamo la cosa pubblica».

Un tema su cui è tornato anche Enrico Fedrighini, consigliere del Gruppo Misto e in prima linea sulle polemiche dei giorni scorsi. «Vorrei che ci rendessimo conto di quanto è successo. Per coerenza dovremmo rinominare il Parco dei Capitani in Parco dei capitelli in legno – le sue parole -. Quanto sto dicendo è documentato da fotografie già inviate alla polizia locale, foto attuali: sono entrati mezzi di scavo, installando strumenti senza tipo di invio di documenti. Sono interventi su area pubblica, ancora oggi frequentata da chiunque, e sono interventi che nelle città normali prevedono un cantiere temporaneo recintando l’area. Niente di questo è stato fatto. È stato installato, in questo parco pubblico di proprietà del Comune di Milano, un sistema di palificazione a tappeto che implica dei rischi, non c’è nessun tipo di segnalazione. Mi attendo dei provvedimenti rigorosi verso chi ha consentito e realizzato tutto questo».

«La questione stadio riflette un atteggiamento di base di sottomissione ai desiderata della finanzia immobiliare. Quando tutto questo avviene impunemenete c’è un problema grosso, dobbiamo capire chi tutela l’interesse pubblico. Sta proseguendo intanto una trattativa privata sulla cessione dello stadio su cui nesusn organo del Comune ha deliberato. Io sto aspettando il progetto di WeBuild di ristrutturazione dello stadio che nessuno ha mai visto. Io sto aspettando una risposta da aprte dell’Agenzia delle Entrate su una questione che ho posto, cioè come mai avete messo come livello di deprezzamento una stima fatta dai potenziali acquirenti dello stadio. Ancora non ho avuto risposte. Stiamo parlando di tematiche non solo politiche ma che possono avere conseguenze erariali. Il 19 dicembre dell’anno scorso abbiamo inviato la richiesta di convocare una commissione dove poter esaminare una proposta per porre a gara lo stadio Meazza», ha concluso Fedrighini.

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