Calcio e Finanza
·19 luglio 2025
San Siro, Sala vuole andare avanti nonostante le indagini: proseguono gli incontri con Inter e Milan

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·19 luglio 2025
In attesa di chiarire la propria posizione davanti agli inquirenti, e anche al Consiglio comunale, in merito all’inchiesta sull’urbanistica di Milano, il sindaco Giuseppe Sala è desideroso di portare avanti il dossier su San Siro.
In tutto questo, ovviamente, sono spettatori molto interessati Inter e Milan. Le due società hanno intenzione di acquistare l’attuale Meazza e le aree circostanti, per un valore di 197 milioni di euro, per poi procedere alla costruzione del nuovo impianto accanto all’attuale stadio che sarà così abbattuto in seguito.
La volontà di Sala, come riportato dall’edizione odierna de Il Corriere della Sera-Milano, è quella di continuare con la roadmap tracciata ormai da qualche settimana: vendita ai club entro luglio e rogito entro novembre, così da evitare lo scattare del vincolo che, a meno di novità giudiziarie, è fissato per il 10. In mezzo ovviamente tutti i passaggi politici e burocratici previsti, che hanno sempre destano preoccupazione in Inter e Milan, soprattutto adesso con un’indagine in corso che coinvolge anche la questione San Siro.
Nel vertice politico avuto con il Partito Democratico, che è al fianco del primo cittadino di Milano in questo momento dopo lo scoppio del caos legato alle indagini della Procura che vedono Sala iscritto nel registro degli indagati con oltre 70 persone, Sala ha ribadito di voler continuare, anche se i pensieri di un passo indietro rimangono, e puntare tutto sulla questione San Siro. A poco sono servite le richieste di prudenza da parte del partito guidato da Elly Schlein.
Nella testa di Sala, inoltre, è ben presente che ogni ritardo, ogni ostacolo, rischia di portare il rogito oltre la data fatidica del 10 novembre, quando diventerà complesso se non impossibile demolire il vecchio San Siro, punto cardine del progetto comune di Inter e Milan. Ma come, detto, sul Meazza e sulla vendita delle aree intorno allo stadio, il sindaco è deciso ad andare avanti senza tentennamenti, anche perché rimandare significherebbe mettere a rischio un’operazione che si trascina ormai dal 2019.
Questo atteggiamento di Sala nei confronti del dossier San Siro, inoltre, può essere letto come una risposta indiretta a quello che il giorno precedente aveva chiesto il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta proprio al primo cittadino milanese. Un incontro che non vedeva il futuro del Meazza sul tavolo, ma il suo utilizzo per EURO 2032, da cui tra l’altro è arrivata una doccia ghiacciata visto che la UEFA ha riconosciuto impossibile al momento affidare all’impianto milanese una manifestazione europea, comprese le partite della competizione che l’Italia dovrà co-organizzare con la Turchia.
Anche per questo, Sala vuole procedere su tutta la linea. Uno stop, infatti, oltre che far avvicinare pericolosamente il vincolo, potrebbe rendere sempre più probabile uno scenario che fino a poco tempo fa sembrava impossibile: un Europeo in Italia, anche se solo per metà, senza il Meazza fra gli impianti protagonisti della competizione UEFA.
La volontà di Sala trova la sponda, naturalmente, dei club che sono pronti ad accelerare dopo giorni di stallo che avevano seguito i colloqui nei quali non si erano risolti i diversi nodi, fra clausole di salvaguardia per la volontà del Comune e richieste di tempi certi da parte di Inter e Milan. Ora, con le indagini della Procura che proseguono, le parti sono pronte a incontrarsi nuovamente.
Proprio in questa ottica, come riporta l’edizione odierna de Il Giornale-Milano, nella mattinata di ieri sono proseguiti gli incontri a Palazzo Marino tra il Dg del Comune Christian Malangone, i rappresenti delle società – per il Milan Giuseppe Bonomi advisor e rappresentante di RedBird, gli emissari di Oaktree per l’Inter – e i legali della parti che stanno assistendo le parti e limando un accordo che sembrerebbe quasi definitivo. Nulla osta, secondo ambienti dei club, che si arrivi alla definizione di tutti i punti entro brevissimo.
Ovviamente va rivista nel dettaglio la roadmap indicata da Sala. Infatti, per lunedì il sindaco aveva intenzione di portare in giunta la delibera con la dichiarazione di pubblica utilità e il sì alla vendita. Ma ovviamente, i nuovi sviluppi dell’inchiesta costringono il primo cittadino ad affrontare la questione proprio in Consiglio comunale nel primo giorno utile, lunedì appunto.
Infine, secondo i rumors, prima dell’inchiesta Sala stava valutando addirittura di trasformare il dossier stadio in un voto di fiducia: pronto a mettere sul tavolo la lettera di dimissioni se il Pd avesse fatto saltare il piano. Ovviamente, questa strada è diventata impraticabile appena dopo lo scoppio dell’inchiesta sull’urbanistica del capoluogo lombardo ed è naufragata completamente dall’iscrizione nel registro degli indagati dello stesso sindaco da parte della Procura.
(Image credit: Depositphotos)