Calcio e Finanza
·23 giugno 2025
San Siro, nuovo ricorso dei comitati sul vincolo: «È già scattato»

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·23 giugno 2025
E’ un percorso a ostacoli quello di Inter, Milan e il Comune di Milano sulla questione San Siro. Un tema che porta un certo scetticismo tra i corridoi di Palazzo Marino, come raccontato da Calcio e Finanza nell’editoriale di questo weekend, e che richiede dalle rispettive parti una accelerazione pressoché immediata sulla vendita.
Questo perché l’ingresso in scena del vincolo sul secondo anello, che scatterà a novembre, complicherebbe ancora di più la vendita dell’impianto e delle aree limitrofe ai club. Come riporta Il Giorno, l’ultimo freno sulla strada di Inter e Milan è il nuovo ricorso presentato al TAR della Lombardia presentato dai vari Comitati favorevoli al mantenimento e alla ristrutturazione di San Siro.
«Il vincolo storico e architettonico» sullo stadio di San Siro «è già sussistente», ribadiscono le legali che hanno approfondito la storia dell’impianto, ricostruendo la sequenza delle partite disputate negli anni Cinquanta (la conferenza dei servizi aveva già spiegato il perché del 10 novembre come data). Nel ricorso presentato al TAR sono stati inclusi articoli di giornale, fotografie d’epoca e persino un’immagine proveniente dall’archivio De Biasi, in cui si vedono pecore pascolare con lo stadio Meazza sullo sfondo, a sostegno della tesi che «alla fine del 1954 la struttura esterna dello stadio era integralmente costruita e riconoscibile». Un insieme di prove che mira a dimostrare come già l’8 giugno 1955 «il 76,85% dello stadio era completo e funzionante».
Secondo i ricorrenti, il vincolo sarebbe quindi già operativo, essendo trascorsi i 70 anni previsti dalla normativa: le due società calcistiche, infatti, potrebbero acquisire solo le parti dello stadio che, alla data dell’acquisto, non hanno ancora compiuto settant’anni, ossia «il 23,15% del secondo anello». Per questo motivo, i vari Comitati sottoscrittori del ricorso richiedono di «sospendere in via cautelare» i provvedimenti contestati (in particolare alcune determinazioni dirigenziali del Comune e il parere rilasciato dalla Soprintendenza il 15 aprile 2025) e, nel merito, di annullarli. Sollecitano inoltre di sollevare una «questione di legittimità costituzionale» davanti alla Corte Costituzionale.
L’obiettivo è bloccare ogni passaggio, in attesa di un chiarimento definitivo da parte della Soprintendenza e del Ministero per i Beni culturali, così da «dirimere la questione del vincolo» e tutelare, a loro dire, l’interesse del Comune a non portare avanti un procedimento viziato, nonché quello delle società a non investire somme rilevanti in un progetto potenzialmente illegittimo.
Gli avvocati contestano anche la data indicata per l’attivazione del vincolo sul secondo anello, fissata al 10 novembre 2025, definendola «errata, arbitraria, ingiustificata oltre che contenuta in un parere della Soprintendenza che non fornisce un giudizio definitivo sul punto, ma anzi presenta dati contraddittori: esistono infatti riscontri storici che attestano come la struttura fosse già in gran parte realizzata e utilizzata dalla fine del 1954 e, ancor più, a giugno/luglio 1955». A loro avviso, quindi, il vincolo è «ragionevolmente già vigente».
Nel ricorso si segnalano infine presunte irregolarità legate alla possibilità di vendere l’impianto direttamente ai due club senza procedere con una gara pubblica, oltre a un possibile conflitto di interessi: il Politecnico, che insieme alla Bocconi ha validato il prezzo di vendita a 197 milioni di euro, in passato avrebbe svolto attività di consulenza per Inter e Milan nella progettazione del nuovo stadio. I ricorrenti chiedono quindi di trasmettere la documentazione alla Procura e alla Corte dei Conti, che stanno già indagando sulla vicenda a seguito di altri esposti.