San Siro, la Soprintendenza: «Il secondo anello potrà essere in parte demolito» | OneFootball

San Siro, la Soprintendenza: «Il secondo anello potrà essere in parte demolito» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcio e Finanza

Calcio e Finanza

·18 settembre 2024

San Siro, la Soprintendenza: «Il secondo anello potrà essere in parte demolito»

Immagine dell'articolo:San Siro, la Soprintendenza: «Il secondo anello potrà essere in parte demolito»

Nella mattinata di ieri, Inter, Milan e il sindaco di Milano Giuseppe Sala si sono recati da Emanuela Carpani, sovrintendente dei Beni culturali per avere maggiori delucidazioni in materia del vincolo che è pronto a scattare sul secondo anello di San Siro. Una risposta è arrivata, e può essere sicuramente considerata positiva per tutte le parti.

Infatti, come riporta l’edizione odierna de Il Giornale, Carpani ha sottolineato come «probabilmente una parte del secondo anello dovrà essere sacrificata, ma se riusciamo a salvarne una porzione rappresentativa e inserirla in modo equilibrato nel contesto, potrebbe funzionare». Si ipotizza quindi un vincolo più flessibile che permetta ai club di intervenire sullo stadio senza troppe limitazioni.


OneFootball Video


Le squadre vorrebbero ridurre la struttura del Meazza, trasformandola in uno spazio con negozi, musei, campi per il calcio femminile, giovanile e sport di base. All’incontro di ieri, per i club erano presenti l’amministratore delegato nerazzurro Alessandro Antonello insieme ai manager di Oaktree, e il CEO del Milan Giorgio Furlani con gli advisor Giuseppe Bonomi e Nicholas Gancikoff.

Secondo Carpani, mantenere il calcio, magari con le squadre Primavera e femminili, potrebbe aggiungere valore al progetto. Ha anche sottolineato che l’intervento dovrà essere di alta qualità architettonica, soprattutto per il benessere dei residenti, e dovrà mantenere la memoria e l’affetto legati al vecchio San Siro. Sul secondo anello, tema già oggetto di ricorsi al Tar, si è sbilanciata: «Secondo me sì, sarà possibile intervenire su una parte, ma bisogna attendere proposte concrete. Al momento, parliamo di indirizzi e criteri».

Carpani ha chiarito che attualmente non esiste un vincolo sul secondo anello, costruito negli anni Cinquanta, perché non ha ancora raggiunto i 70 anni di età, requisito che scatterà alla fine del 2025. Tuttavia, ha precisato che il secondo anello potrebbe comunque avere un interesse architettonico semplice e che il passaggio di proprietà da pubblico a privato non attiverà automaticamente il vincolo. Se il trasferimento avverrà prima, la tutela de iure decadrà.

Tuttavia, ha ribadito che la priorità è avere un progetto convincente e condiviso, che possa resistere anche in caso di un eventuale vincolo privato. San Siro, infatti, non è stato progettato integralmente da un architetto come il Franchi di Firenze, ma è frutto di interventi successivi: «È come una cipolla, con primo, secondo e terzo anello. Non è facile gestirlo. Anche se la tutela de iure decadrà, ci aspettiamo lealtà reciproca». Ha poi ricordato che il progetto richiede una condivisione, considerando i vincoli paesaggistici e monumentali che circondano la zona.

Tornare al progetto del 2019 potrebbe essere l’ultima occasione per evitare che Milan e Inter si spostino a San Donato o Rozzano, lasciando San Siro vuoto. Carpani ha dichiarato: «Dobbiamo evitarlo, sarebbe una sconfitta per tutti, anche per la conservazione del patrimonio. Una struttura abbandonata e senza funzioni si degrada, e non conviene a nessuno». L’incontro è stato descritto come costruttivo e rigoroso. I club hanno capito che almeno una parte dello stadio andrà conservata, ma hanno confermato che la rifunzionalizzazione porterà più verde, meno consumo di suolo e una rigenerazione del quartiere.

Al termine dell’incontro, Bonomi ha sottolineato la disponibilità a un confronto tecnico, non comune nella pubblica amministrazione. Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha ribadito come il Milan sia «fermamente intenzionato a costruire un nuovo stadio per rendere il club più competitivo perciò dobbiamo esplorare ogni possibilità. La nostra linea rimane chiara: continuiamo investire sul progetto a San Donato ma rimaniamo disponibili ad ascoltare le risposte che il Comune di Milano ci darà».

Questo invece il commento di Sala: «Ha già riferito tutto la sovrintendenza in maniera precisa e puntuale. Parteciperò al tavolo perché ci credo, è mio dovere, è un’opzione che difenderò, ma ne abbiamo sentite talmente tante che da questo punto in poi preferisco smettere di commentare finché non c’è qualcosa di concreto, e ad oggi non c’è ancora. Si può andare avanti nel progetto? Dalle parole della sovrintendente mi pare di sì».

Visualizza l' imprint del creator