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·15 luglio 2025

San Siro, corsa contro il tempo: oggi la decisione del TAR sul vincolo

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Oggi, martedì 15 luglio, il TAR della Lombardia discuterà la richiesta di sospensiva avanzata dal comitato “Sì Meazza” di Luigi Corbani. Il tema del contendere è la data in cui scatterà il vincolo paesaggistico del secondo anello, che di fatto andrebbe a bloccare la demolizione dell’attuale San Siro andando a complicare, e non poco, il progetto di Inter e Milan per il nuovo stadio.

La data indicata dalla soprintendente milanese Emanuela Carpani per far partire il conteggio sul vincolo del secondo anello, in sede di conferenza dei servizi, è il 10 novembre 1955, quando è stato firmato un collaudo (non quello definitivo): per questo motivo quindi il vincolo scatterebbe il 10 novembre 2025. Una data approvata anche dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, ma che è oggetto di scontro con le associazioni che non vogliono l’abbattimento del Meazza.


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Le opposizioni hanno presentato una serie di fotografie e cronache giornalistiche testimoniano che il secondo anello era già in uso prima di quel giorno: il 25 gennaio 1955 il Corriere della Sera pubblicò la fotografia degli spalti durante Inter-Fiorentina, con il secondo anello che già ospitava persone. E il 22 luglio 1955 il Consiglio di Stato si pronunciò su una diatriba tra il Comune e la società Trotter, proprietaria dell’Ippodromo del Trotto, che lamentava come il secondo anello (già innalzato) avesse ridotto l’ingresso all’impianto dell’ippica in via Piccolomini. E proprio alle “immagini storiche”, e non alla data di collaudo, aveva fatto riferimento la sovrintendente Emanuela Carpani nel 2023.

Secondo i ricorrenti, il vincolo sarebbe quindi già operativo, essendo trascorsi i 70 anni previsti dalla normativa: le due società calcistiche, infatti, potrebbero acquisire solo le parti dello stadio che, alla data dell’acquisto, non hanno ancora compiuto settant’anni, ossia «il 23,15% del secondo anello». Per questo motivo, i Comitati sottoscrittori del ricorso richiedono di «sospendere in via cautelare» i provvedimenti contestati (in particolare alcune determinazioni dirigenziali del Comune e il parere rilasciato dalla Soprintendenza il 15 aprile 2025) e, nel merito, di annullarli. Sollecitano inoltre di sollevare una «questione di legittimità costituzionale» davanti alla Corte Costituzionale.

L’obiettivo è bloccare ogni passaggio, in attesa di un chiarimento definitivo da parte della Soprintendenza e del Ministero per i Beni culturali, così da «dirimere la questione del vincolo» e tutelare, a loro dire, l’interesse del Comune a non portare avanti un procedimento viziato, nonché quello delle società a non investire somme rilevanti in un progetto potenzialmente illegittimo.

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