Sampdoria, l’ex Flachi: “Con Sottil è cambiato l’approccio. Normale fare fatica all’inizio” | OneFootball

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·26 ottobre 2024

Sampdoria, l’ex Flachi: “Con Sottil è cambiato l’approccio. Normale fare fatica all’inizio”

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L’ex giocatore della Sampdoria, Francesco Flachi, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di sampnews24.it della stagione blucerchiata. Di seguito le sue parole:

Innanzitutto, come sta? Si sente meglio dopo lo spavento della scorsa settimana?


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«Sì, sto bene, sono già tornato a casa. Anzi, vorrei approfittarne per ringraziare tutto il popolo sampdoriano, per la vicinanza e i messaggi d’affetto ricevuti.»

Un avvio di stagione un po’ altalenante, con la Samp che fatica a trovare continuità in termini di risultati. Su cosa ci sarà da lavorare in vista delle prossime sfide?

«Ci può stare fare un po’ di fatica all’inizio, anche per diversi fattori. Ci sono tanti nuovi giocatori, che si conoscono poco, e questa cosa qui può aver creato qualche difficoltà. Poi quando le altre squadre affrontano la Sampdoria danno sempre il 150%, quindi se non sei mentalmente preparato non riesci a far bene. Dalla vittoria contro il Sudtirol c’è stata una settimana importante, tra il derby vinto e la vittoria di Modena, dove secondo me la Samp doveva prendere lo slancio per fare un campionato importante. D’altronde, davanti hai giocatori forti, hai un portiere forte: i pilastri, insomma, ci sono, serve trovare il vestito giusto. E nelle partite meno importanti, come quella contro la Juve Stabia, devi far male, vincere, fare risultato. Chiaro che a livello fisico puoi subire un po’, è normale, ma questa Samp ha una rosa importante, con alternative che possono essere titolari.»

Si vede già l’impronta di Sottil? Che cosa ha dato in più rispetto a Pirlo?

«Ha alzato il baricentro della squadra, cosa che ha permesso di fare buone prestazioni, perché hai i giocatori in avanti e più vicini agli attaccanti, che sono devastanti e capaci di far gol in qualsiasi momento. Andrea lo conosco, è un motivatore, uno capace di dare carattere. Può essere utile ai giocatori per essere più cattivi calcisticamente. Ma più in generale mi sembra che anche l’approccio sia un po’ cambiato. Partita dopo partita si può migliorare, serve però trovare l’abito adatto a questa squadra.»

Tutino-Coda, una coppia di lusso per la B: dopo i primi dubbi sulla loro convivenza, pensa che possano giocare insieme? Le loro qualità si sposano bene?

«Assolutamente sì. Tutino non è una prima punta ma una seconda punta, mentre Coda è un giocatore che fa la differenza anche a 36 anni, e i gol lo dimostrano. Devono essere più bravi a sfruttare le sue qualità i giocatori vicino a lui, sia Tutino che i centrocampisti, perché Coda è un calciatore intelligente che fa giocare bene chi gli sta vicino: è bravo con la palla e sa rifinire il gioco, e i compagni devono sfruttare bene queste sue capacità.»

Da ex attaccante ed ex blucerchiato, darebbe loro qualche consiglio?

«No, hanno già dimostrato tanto e possono solo migliorare. Coda è un giocatore d’esperienza, parlano i fatti e parlano i gol. Mi dispiace solo che un giocatore completo come lui non si sia mai confrontato con la Serie A, perché ha qualità davvero importanti.»

Con il rientro di Pedrola, cosa può dare lo spagnolo a questa squadra?

«Bisogna cercare di trovare la soluzione giusta per farlo risaltare. Se si vuole giocare con i tre là davanti bisogna cambiare modulo, e Sottil dovrà essere bravo a trovare la soluzione migliore. Anche perché Pedrola ha fatto vedere le sue qualità nell’uno contro uno, come giocatore è più un esterno.»

Quando starà bene, secondo lei, è da titolarità? Cambierebbe modulo per permettergli di partire dal 1′ minuto?

«Cambierei modulo quando starà bene, non ora. Si potrà azzardare qualcosa in più quando avrà i 90 minuti nelle gambe. Però a Cesena, se Tutino non ce l’avesse fatta, avrei schierato Pedrola al fianco di Coda.»

E come schiererebbe questa Samp? Dove vede bene Pedrola?

«Potrebbe giocare nel 3-4-2-1, ma sarebbe da vedere con un Tutino mezzapunta. Se si vuole usare Pedrola con la difesa a 3 si potrebbe optare per 3-4-1-2 con Pedrola dietro a Tutino e Coda. Oppure lo si potrebbe impiegare da esterno, ma non come quinto, soprattutto adesso che non ha la forma fisica adatta per attaccare e difendere. Magari sulla fascia nel 4-2-3-1.»

A centrocampo, invece, Sottil ha molte scelte: quale dovrebbe essere, a suo avviso, il trio di titolari?

«Yepes a centrocampo può ricoprire più ruoli, ed è bravo a rifinire. Bellemo, invece, lo scorso anno era il play del Como, ma quest’anno non abbiamo ancora visto il giocatore che era. Benedetti invece è un giocatore di qualità e quantità, con qualche gol nelle gambe. Sarei curioso di vedere come si evolverà la situazione di Kasami, perché in un centrocampo a 3 può portare fisicità e forza. Vero, è un giocatore a “diesel”, ma può dare quel qualcosa in più in termini di fisicità, oltre che qualche gol importante come successo l’anno scorso.»

Contro il Cesena, Bereszynski ha raggiunto quota 200 presenze in blucerchiato. Un grandissimo traguardo, non trova?

«Non a caso è il capitano della squadra. La sua esperienza lo porta a prendersi le responsabilità e parlare per la squadra, un capitano deve fare questo. All’inizio ha avuto un po’ di difficoltà, dovendosi adattare a fare il terzo di difesa, ruolo che non aveva mai ricoperto. Ora però ha preso le misure giuste, e infatti sta offrendo buone prestazioni.»

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