BundesItalia
·13 maggio 2020
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Centoquarantaquattro voti. Tre in più del secondo classificato Luís Nazário de Lima, Ronaldo. Sono quelli che nel 1996 sono serviti a Matthias Sammer, allora libero del Borussia Dortmund, per vincere il Pallone d’Oro. Un riconoscimento, il settimo (e ultimo) conquistato da un calciatore tedesco, che a distanza di venticinque anni è indicato come uno dei più “ingiusti” della storia del premio, creato dalla rivista “France Football”. Una polemica, che però, (ri)guardando quello che l’allora 29enne Matthias fece in quel 1996, potrebbe essere un po’ meno aspra.
Quei mesi all’Inter…. – Per molti tifosi e commentatori sportivi italiani, che nel ’96 avevano contestato il premio, Sammer è ancora quel ragazzo timido, che nell’estate del ’92 era arrivato in Serie A, dallo Stoccarda. L’aveva acquistato l’Inter un anno prima, ma l’aveva lasciato per una stagione in Bundesliga, perché gli stranieri in nerazzurri era già i tre consentiti dal regolamento. A Milano, alla corte di Osvaldo Bagnoli, ci era rimasto solo mezza stagione. Poco meno di sei mesi, in cui Matthias figlio di Klaus, ex giocatore della Dinamo Dresda e suo primo allenatore tra i “grandi”, quando c’era ancora il Muro di Berlino, colleziona 11 partite e quattro gol.
Per nulla male, come bottino e come impatto ma il problema al di là delle incomprensioni tattiche con Bagnoli, è fuori dal campo. Matthias non parla nessuna lingua che non sia il tedesco, non impara una parola d’italiano, i suoi tre connazionali, tra cui Lothar Matthäus, sono tornati in Germania. In più sua moglie si adatta ancor meno di lui, tanto che Sammer chiede al presidente Pellegrini di essere ceduto. Nel mercato invernale l’ex nazionale della DDR viene acquistato per circa nove miliardi di lire dal Borussia Dortmund.
A Dortmund centrocampista e libero – Nel Nordrhein-Westfalen Matthias trova Ottmar Hitzfeld, che dal 1991 è alla guida dei gialloneri. Sta costruendo la squadra che negli anni seguenti farà la storia del calcio tedesco e vincerà pure in Europa. All’esordio da centrocampista, il 20 febbraio ’93, segna il gol decisivo nell’1-0 al Bochum. Dall’anno successivo, però Hitzfeld lo sposta nella posizione di libero. Ha piede, visione di gioco, senso dell’anticipo e dell’inserimento. Il brasiliano Julio Cesar, che era stato acquistato dalla Juventus proprio per quel ruolo, viene spostato terzino. Il Borussia Dortmund, che ha completato nel corso del tempo la rosa con molti elementi di ritorno dalla Serie A, come il laziale Karlheinz Riedle e Andy Möller, torna a vincere un titolo tedesco dopo 32 anni, nel 1995. E fa il bis l’anno dopo. In questo bis Sammer è assoluto protagonista, corre, difende, a volte segna, dimostrandosi anche un leader e portandosi a casa, per due volte il premio di miglior giocatore tedesco dell’anno.
Euro ’96, il titolo di Matthias – Dopo la delusione di Usa ’94, la grande occasione per Sammer, di cogliere un successo anche con la Nazionale, dove lui nel dicembre del ’90, era stato il primo giocatore della ex DDR a vestire la maglia della Nationalmannschaft unificata. In Inghilterra, dove alla difesa tedesca manca praticamente subito Jürgen Kohler per infortunio, a comandare è l’ex ragazzo prodigio della Dinamo Dresda. Berti Vogts lo schiera come libero e lui non delude. Sblocca il match nella fase a gironi con la Russia con un tap-in, poi compie un capolavoro nei quarti contro la talentuosissima Croazia. Procura il rigore dell’1-0, trasformato da Klinsmann e realizza il 2-1 decisivo. In semifinale con l’Inghilterra e in finale con la Rep.Ceca non sbaglia nulla, guidando la Nationalmannschaft da impeccabile regista difensivo. A fine Europeo è votato miglior giocatore del torneo.
Battuti Ronaldo e Shearer – Una Bundesliga e un titolo europeo, che proiettano Sammer tra i candidati del Pallone d’Oro del 1996. A contendergli il premio, come tradizione, sono gli attaccanti. Da un lato il talento cristallino di Ronaldo, appena passato dal PSV al Barcellona, dove sta facendo vedere perché qualcuno lo chiama il “Fenomeno” dall’altro la potenza di Alan Shearer. Oltre al talento emergente di Alessandro Del Piero. Né il brasiliano, né l’inglese e neppure l’azzurro hanno però vinto (ancora) nulla a livello internazionale. I giornalisti scelgono Sammer, uno dei pochi difensori, come i connazionali Beckenbauer e Matthäus per vincere il prestigioso riconoscimento, Peraltro Matthias un anno dopo nel ’97 vincerà Champions League e Intercontinentale, battendo nella finale per il titolo europeo la Juventus a Monaco di Baviera, nella città, che diventerà per anni casa sua.
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