Ronaldo sogna: «Inter, regalaci la Champions! La partita col Barcellona una meraviglia, ho visto le lacrime di Lautaro. Ogni tanto parlo con Ausilio e…» | OneFootball

Ronaldo sogna: «Inter, regalaci la Champions! La partita col Barcellona una meraviglia, ho visto le lacrime di Lautaro. Ogni tanto parlo con Ausilio e…» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Inter News 24

Inter News 24

·29 maggio 2025

Ronaldo sogna: «Inter, regalaci la Champions! La partita col Barcellona una meraviglia, ho visto le lacrime di Lautaro. Ogni tanto parlo con Ausilio e…»

Immagine dell'articolo:Ronaldo sogna: «Inter, regalaci la Champions! La partita col Barcellona una meraviglia, ho visto le lacrime di Lautaro. Ogni tanto parlo con Ausilio e…»

L’ex attaccante dell’Inter, Ronaldo il Fenomeno, ha voluto dire la sua in vista della finalissima di Champions League contro il PSG

In vista della finalissima di Champions League tra PSG e Inter, l’ex attaccante nerazzurro Ronaldo “il Fenomeno” ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.

INTER BARCELLONA – «Ho visto Inter-Barcellona in tv: è stata una meraviglia. E a casa del Pres, quel giorno, ne abbiamo parlato con gli ex compagni delle mie Inter, tutti dicevamo la stessa cosa: non si riusciva a staccare gli occhi da quello show. Sì, è stato uno show: da infarto per i tifosi, immagino, ma quasi da infarto anche per chi lo guardava e ha visto anche più di quanto si aspettava. Con gli spettacoli noiosi, dunque “non spettacoli”, a cui spesso si è costretti ad assistere oggi, un’occasione per fare pace con il calcio. Ed è stato bello che ci abbiano regalato quelle due partite, perché anche l’andata era stata bellissima, due mie ex squadre».


OneFootball Video


UNO SPETTACOLO CHE HA PREMIATO L’INTER – «Quando ci si prende una finale di Champions League, è difficile che si possa dire con certezza che una squadra ha meritato più dell’altra di arrivarci. Sarebbe un po’ come pretendere di fare un pronostico sulla finale essendo sicuri di essere nel giusto. Chi alla fine vince ha ragione, e infatti Flick ha fatto i complimenti all’Inter. Che quella sera una cosa in più rispetto al Barcellona l’ha avuta di sicuro e dovrà averla anche in finale: la capacità di restare attaccata alla partita, quasi con rabbia, fino alla fine. Bastava guardarli in faccia, gli interisti».

UNA FACCIA CHE MI E’ RIMASTA IMPRESSA? – «Beh, gli occhi di Acerbi dopo aver segnato…».

SCOMODO ESSER MARCATO DA ACERBI? – «Più che altro si vede che lui intuisce prima quello che l’attaccante vuole fare: l’esperienza conta. E in una finale di Champions può contare ancora di più».

DONNARUMMA E SOMMER – «Bella lotta: Donnarumma è quel tipo di portiere che con il fisico non ti fa vedere la porta, ti toglie soluzioni di tiro. L’ho visto nelle due semifinali: è stato frustrante per l’Arsenal. Sommer è più imprevedibile: in una frazione di secondo è dove non immagini possa arrivare. Quella parata su Lamine Yamal nel finale è stata clamorosa. Ha presente la faccia del ragazzino? Diceva “Non ci credo”. Le Champions si vincono anche così, per una parata in semifinale. O magari in finale: vedremo».

LA MAGGIOR ESPERIENZA DELL’INTER RISPETTO AL PSG – «L’esperienza non la fanno gli anni sulla carta d’identità, ma gli anni vissuti ad alti livelli: il Psg ha giocatori che hanno giocato tante partite, e importanti, almeno quanto quelli dell’Inter. Anche per questo, credo sarà una finale molto equilibrata. Spero anche bella, ma quello lo speriamo tutti».

PIU’ FORTE IL BARCELLONA O IL PSG? – «Io credo che il Barcellona fosse un’avversaria “ideale” da affrontare per giocarsi qualcosa di così grande. E per ideale intendo fortissima davanti — come l’Inter dietro — ma poco prudente, diciamo così, in fase difensiva, e l’Inter ha giocatori, non solo attaccanti, che non perdonano. In questo senso con il Psg potrebbe essere più dura. Ma Inzaghi lo sa».

NEL SENSO CHE CONOSCE LUIS ENRIQUE? – «Le sue squadre hanno sempre un equilibrio, credo che anche il fatto di aver allenato in Italia lo abbia fatto crescere come idee e mentalità. Il problema, per l’Inter, è che davanti il Psg non è molto meno forte del Barcellona. Un po’, non molto. Del resto, non hanno mai avuto grandi problemi di budget, no…?».

SICURAMENTE MENO DELL’INTER – «Su questo argomento sono preparato: ogni tanto parlo con Piero Ausilio, abbiamo cenato insieme ora che sono venuto a Milano. Anche negli ultimi due mercati, e pure gli anni prima, hanno dovuto fare un lavoro molto “obbligato”, anzitutto rispettando i bilanci: come tanti ds sono costretti a dire oggi, bisogna essere bravi con le idee, non solo con i soldi. Nel caso dell’Inter, anzitutto con le idee: direi che sono stati molto bravi».

L’ATTACCANTE DEL PSG DA TEMERE MAGGIORMENTE? – «È sempre quello che arriva all’appuntamento nella condizione mentale migliore e credo che uno che ha segnato più di 30 gol come Dembélé veda questa partita come quella della consacrazione stagionale: la giocherà molto carico e leggero allo stesso tempo. Ma io stravedo per Barcola, uno di quei giocatori che prende la palla e dici: “E adesso vediamo cosa fa”. E Kvaratskhelia lo conoscete meglio di me».

LUIS ENRIQUE HA MENO ATTACCANTI DI CUI PREOCCUPARSI? – «Nell’Inter non segnano solo Lautaro e Thuram, perché gioca in un modo diverso: è tutta la squadra ad “accompagnare” loro due. Certo, sapere di poter avere minuti di qualità anche da Taremi, e magari Arnautovic, sarebbe molto importante per Inzaghi. Di Lautaro mi hanno impressionato due cose: lo sguardo che aveva la sera di Inter-Barça, non stava bene eppure sembrava che volesse mangiare la partita. E immagino come a Monaco vorrà mangiare il pallone, visto che avrà recuperato anche fisicamente. Quella faccia me la aspetto anche da tutti gli altri interisti, da Barella in giù».

LA SECONDA COSA CHE MI HA COLPITO DI LAUTARO? – «Ho visto le sue foto di venerdì, sembrava davvero disperato per lo scudetto perso e un capitano sa trasformare la rabbia in qualcosa di positivo. E trascinare la squadra trasmettendo voglia di riscatto».

SCUDETTO PERSO O BUTTATO? – «Buttato è una brutta parola, anche poco rispettosa per il Napoli. È vero che l’Inter sulla carta era più forte del Napoli. Ma è vero anche che l’Inter è in finale di Champions per la seconda volta in tre anni: io non solo non l’ho vinta, ma non sono neanche mai arrivato in finale…».

SU THURAM – «Non ho visto tutte le partite di quest’anno, solo le più importanti, ma mi è bastata l’ultima di Champions a San Siro: mi è sembrato l’attaccante che qualunque altro attaccante vorrebbe avere vicino. Io ho giocato contro suo padre, difensore incredibile: deve avergli trasmesso un po’ della sua mentalità. Uno che gioca come Marcus mi avrebbe fatto fare un sacco di gol».

SE PENSO CHE NEL MIO PALMARES PRATICAMENTE MANCA SOLTANTO LA CHAMPIONS? – «Non sono l’unico. Per caso, tempo fa, mi è capitato di leggere l’elenco di tutti quelli che non ci sono riusciti: da Buffon a Matthäus fino a Maradona, sono in ottima compagnia… Piuttosto, sarebbe bello che la squadra di oggi mi regalasse questa gioia, l’unica che mi manca. Anzi, come già nel 2010, la regalasse a tutti noi interisti di ieri che, per un motivo o per l’altro, non ce l’abbiamo fatta».

SU ANCELOTTI CT DEL BRASILE – «Curiosità, attesa. Forse il migliore allenatore del mondo nella nazionale più grande del mondo. Magari ai miei tempi sarebbe stato impossibile vedere uno straniero sulla panchina del Brasile, ma il tempo è cambiato, il calcio è ancora più globale e poi Ancelotti non è uno straniero qualsiasi… Gli auguro il meglio, ha già capito quanto la gente lo amerà, ma bisogna dargli il giusto tempo per gestire una nuova realtà: l’obiettivo è il Mondiale 2026».

Visualizza l' imprint del creator