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Andrea Agostinelli·17 gennaio 2018
Ronaldinho dice basta: ecco i suoi cinque gol più belli

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Andrea Agostinelli·17 gennaio 2018
Cinque gol per celebrare l’addio al calcio di uno dei giocatori più forti di sempre.
A tre anni di distanza dalla sua ultima partita ufficiale, Ronaldinho ha annunciato il suo ritiro.
Ad essere più precisi è stato il fratello Roberto a dare la notizia, in un’intervista rilasciata al quotidiano brasiliano Globo Esporte.
“Ha chiuso. Finito. Organizzeremo qualcosa di grande e spettacolare dopo i Mondiali ad Agosto. Ci saranno eventi in Brasile, Europa e Asia. E ovviamente, organizzeremo una partita con la nazionale brasiliana”.
In attesa di goderci il suo tour mondiale, rendiamo tributo alla sua carriera gustandoci alcuni dei suoi gol più belli.
Una rete senza eguali. L’abbiamo rivista milioni di volte eppure non siamo ancora riusciti a capire come ha fatto a fare una giocata del genere.
Come Ricardo Carvalho continuiamo a cadere nella sua finta di bacino, come Iniesta crediamo ancora che ce la passerà, come Cech siamo sicuri che non tirerà. Non c’è lo spazio, non ha rincorsa, è messo male con il corpo.
Eppure quella conclusione di mezza punta e mezzo esterno si fa ad infilare all’angolino, trasformandosi nel manifesto del suo genio.
La genialità a volte tracima nella pazzia, quella che ti permette di pensare che provare a mettere nel sette una punizione da 35 metri defilata verso la linea del fallo del laterale sia una buona idea.
Più che un gol, è una mancanza di rispetto verso il portiere. Seaman scuote la testa come i bambini che devono riordinare il casino dei fratelli più piccoli su ordine della mamma. Paga per delle colpe che non sono sue.
Non è fuori posizione e appena capisce la traiettoria del pallone aggiusta il suo movimento. Ronaldinho, però, è stato semplicemente più furbo di lui e riesce a farla franca, realizzando uno dei gol più belli della storia dei Mondiali.
(In realtà, come lui stesso ha affermato, si tratta di un cross sbagliato. Ma perché rovinare una bella storia con la verità?)
C’è stato un tempo in cui Messi e Cristiano Ronaldo non erano i padroni del mondo.
No. C’è stato un momento in cui tutti si dovevano inchinare al talento di un brasiliano che interpretava il calcio come la vita: con il sorriso sempre stampato in viso.
Joga Bonito, questo era il suo motto.
Si chiamava Ronaldinho. Vestiva la maglia numero 10 del Barcellona e una sera anche il Santiago Bernabeu, la tana dei suoi acerrimi rivali, si alzò in piedi per applaudirlo.
Per certi versi, Ronaldinho è stato il primo freestyler prestato al mondo del calcio professionistico.
Il suo segno distintivo era l’elastico, una mossa con cui si spostava il pallone su un lato per poi indirizzarlo, sempre con lo stesso piede, dalla parte opposta.
Un movimento che nessun difensore è mai riuscito a contrastare, nemmeno Alessandro Nesta.
La sassata che si infila all’incrocio dei pali, invece, è semplicemente una delle poche occasioni in cui Ronaldinho ha preferito la sciabola al fioretto. Il risultato è comunque eccezionale.
Concludere in rovesciata non era la sua prima opzione.
Fate attenzione ai dettagli. Allo stop di petto in particolare. Sembra orientato verso l’esterno mentre in realtà è una sponda per sé stesso. Deve difendersi dall’arrivo del difensore e allo stesso tempo crearsi lo spazio necessario per concludere.
La palla di Xavi però è leggermente corta per cui lui si trova spalle alla porta. Non importa. Quando fa il primo passo all’indietro il suo cervello ha già partorito l’idea. Deve solo raccogliere il corpo e coordinarsi.
A tutto il resto ci pensa la sua straordinaria tecnica, quella che gli permette di colpire il pallone di collo pieno nonostante sia in caduta.
Grazie Ronaldinho. Grazie per averci fatto innamorare del calcio una volta di più.