Roma Inter, Edin Dzeko: «Ecco quale scelgo, l’Olimpico è il mio stadio. Non ho capito la mia cessione l’anno scorso. La finale di Champions troppo dolore, dico questo…» | OneFootball

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·19 ottobre 2024

Roma Inter, Edin Dzeko: «Ecco quale scelgo, l’Olimpico è il mio stadio. Non ho capito la mia cessione l’anno scorso. La finale di Champions troppo dolore, dico questo…»

Immagine dell'articolo:Roma Inter, Edin Dzeko: «Ecco quale scelgo, l’Olimpico è il mio stadio. Non ho capito la mia cessione l’anno scorso. La finale di Champions troppo dolore, dico questo…»

Roma Inter è una gara speciale per Edin Dzeko. Ecco le dichiarazioni del doppio ex per il match di Serie A

RomaInter è la gara del cuore di Edin Dzeko, l’attaccante che nei due club si è espresso ad altissimi livelli. La Gazzetta dello Sport lo ha intervistato, ecco alcuni estratti.

COME SI FA A ESSERE ANCORA DZEKO ALLA MIA ETÀ? – «Ma oggi gli allenatori non guardano più se uno è vecchio o giovane. Conta il campo. E io sento di poter fare ancora la differenza. Per riuscirci, oggi sono molto più attento rispetto a 10 anni fa. Mangio bene, riposo bene, lavoro prima e dopo l’allenamento (appunto, ndr). La vera differenza è nel recupero, è più lento, ci metto 1-2 giorni in più».


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SE DOVESSI SCEGLIERE UN ROMA INTER  – «Il primo dopo il passaggio all’Inter, vittoria per 3-0 e un mio gol. Ma no, non per quello. Da fuori magari non s’è visto, ma avevo il fuoco dentro, sentivo i tifosi di entrambe le squadre dalla mia parte. Tornavo nel mio stadio, l’Olimpico è il mio stadio: un’emozione fortissima, mai provata».

L’ADDIO ALL’INTER NEL 2023 – «Ma se scelsero così, vuol dire che erano d’accordo tutti, allenatori e dirigenti. A me è sembrata una decisione strana, perché un giocatore che è stato titolare in tutte le partite importanti, compresa la finale di Champions, potevi tenerlo a zero e avere quattro punte in rosa. Mi sembrò molto strano, ecco. Poi col tempo l’ho capito e l’ho rispettato, anche perché all’Inter mi hanno trattati benissimo. Sono stati due anni importanti, certo quella Champions…».

RIPENSA ALLA CHAMPIONS – «Certo. É un grande rimpianto. Ogni tanto su Instagram mi appare l’azione del gol del City, io scrollo subito, non riesco a guardare. Vedendo quella partita, intendo dire vivendola da dentro, ho avuto forte la sensazione che avremmo potuto farcela. Ed è questo che mi lascia un senso di amarezza».

LA DIFFERENZA TRA VINCERE E NON RIUSCIRCI  – «Sicuramente alla Roma sentivo che sarebbe stato più difficile vincere rispetto a quel che invece ho avvertito nell’Inter. Sullo scudetto sfumato in nerazzurro, dico che è mancata un po’ di convinzione, arrivata dopo Istanbul. E poi quell’anno abbiamo cercato di tenere in piedi tutte e due le competizioni, Champions e campionato. Mi riferisco alla gara di Liverpool, ci portò via tante energie per il mese successivo: avessimo dato più attenzione alla Serie A, sarebbe andata diversamente. Potevo festeggiarla pure io, la seconda stella…».

CHI VINCE IL CAMPIONATO – «Io spero l’Inter, è ancora la migliore, anche se quest’anno i miei ex compagni stanno dando maggiore attenzione alla Champions. E poi il Napoli è già entrato nella “modalità Conte”: lui porta sempre tutti al massimo delle possibilità. Sì, ci siamo sfiorati diverse volte: è stato un peccato non essere stato allenato da lui».

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