Roma, c'è un motivo per il quale Pallotta verrà ricordato per sempre | OneFootball

Roma, c'è un motivo per il quale Pallotta verrà ricordato per sempre | OneFootball

Icon: OneFootball

OneFootball

Giacomo Galardini·6 agosto 2020

Roma, c'è un motivo per il quale Pallotta verrà ricordato per sempre

Immagine dell'articolo:Roma, c'è un motivo per il quale Pallotta verrà ricordato per sempre

La Roma di Pallotta è arrivata al capolinea. Dal 2012 ad oggi sono stai ben 8 gli anni di gestione americana dei giallorossi, che hanno lasciato nell’immaginario collettivo sia risultati positivi (come il record di punti del campionato 2016-2017) e sia negativi, come l’addio delle bandiere romane e romaniste di Totti, De Rossi e infine Florenzi – nonostante il suo ritorno dal prestito.

Addii che hanno contribuito a far deragliare completamente il rapporto tra dirigenza e la piazza, spesso in aperta contestazione contro il presidente, accusato molte volte di voler solo far cassa con la squadra tramite le cessioni.


OneFootball Video


Immagine dell'articolo:Roma, c'è un motivo per il quale Pallotta verrà ricordato per sempre

D’altronde quando arrivò Pallotta si presentò dicendo: “voglio vincere lo scudetto con la Roma entro cinque anni, come fatto con i Boston Celtics“, mentre quando la lascia, la Roma arriva da due stagioni fuori dalla Champions League.

Ma più che i risultati sportivi, la piazza ha sempre contestato a Pallotta la sua filosofia, che riassunta in una massima potrebbe essere: “Nessuno è incedibile, e tutti sono rimpiazzabili“.

Negli ultimi 4 anni Trigoria ha visto fare le valigie a giocatori come Alisson, Rudiger, Manolas, Emerson Palmieri, Florenzi Pjanic, Paredes, De Rossi, Nainggolan, Strootman, Salah ed El Shaarawy.

Cessioni che non si sono fermate neanche davanti alle bandiere sacre come Totti, De Rossi e infine Florenzi, rompendo una tradizione di capitani romani e romanisti che i giallorossi vantavano dal 1998.

È questo forse il peccato che i romanisti non gli hanno mai perdonato.

Immagine dell'articolo:Roma, c'è un motivo per il quale Pallotta verrà ricordato per sempre

La rottura più clamorosa fu naturalmente quella con Totti, nel maggio 2017. L’ultimo anno difficile, il sofferto rapporto con Spalletti, poi l’addio e il posto come dirigente, lasciato dopo neanche due anni con un duro attacco proprio contro Pallotta e Baldini.

Poi è stata la volta di Daniele De Rossi, eterno ‘capitan futuro’, durato appena due anni dal passaggio di testimone. Diciotto stagioni, 615 presenze, 63 gol e un rinnovo mai offerto. Poi la parentesi al Boca Juniors e l’addio al calcio.

Immagine dell'articolo:Roma, c'è un motivo per il quale Pallotta verrà ricordato per sempre

L’ultimo esempio è Alessandro Florenzi, entrato a Trigoria a 11 anni, che ha vestito la maglia per ben 18. Forse mai amato quanto gli altri capitani, ma comunque simbolo di Roma.

Tagliato fuori da Fonseca – e con alcune frange dell’ambiente giallorosso che lo accusavano di un vistoso calo dopo gli infortuni subiti – ha fatto le valigie per Valencia.

Chissà che la nuova dirigenza non rappresenti un’opportunità per dei ritorni? Totti non ha mai fatto mistero di voler tornare a patto che la società cambiasse dirigenza, mentre per Florenzi il discorso è rimandato a giungo, quando finirà il prestito.

Oppure dopo Džeko il testimone passerà a Luca Pellegrini?