Roma-Bologna 1-3: il Tosco l’ha vista così… | OneFootball

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Zerocinquantuno

·23 aprile 2024

Roma-Bologna 1-3: il Tosco l’ha vista così…

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Tempo di Lettura: 2 minuti

Si rischia di essere ripetitivi e quindi banali ma ormai i complimenti per il Bologna si sprecano, così come le perplessità sulle formazioni di Motta che, nonostante tutto, rifila spesso vere lezioni di calcio ai malcapitati allenatori avversari di turno.


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Purtroppo sono solo le vittorie a decretare la superiorità di un tecnico ma, guardando il calcio oltre al risultato, non si può certo non ammettere che pure contro il Monza la superiorità della proposta calcistica di Thiago era stata evidente. Invece tante critiche, specie per i mancati cambi, e addirittura il pensiero che Palladino gliel’avesse incartata.

Anche in quel caso il dominio del Bologna era stato totale, ma purtroppo credo che non riuscirò nell’intento di convincere almeno i miei lettori a vedere oltre il risultato: comunque non mollo.

Le scelte iniziali di ieri sera possono essere sembrate come sempre particolari, poi però la partita ha dimostrato che Ndoye è servito per contrastare la spinta di Angeliño e andare in transizioni lunghe, Calafiori esterno sinistro è apparso un po’ spaesato in apertura ma alla lunga ci ha messo fisicità e tempismo, mentre sulla scelta di El Azzouzi beh, lì siamo all’esoterico!

Sostituire Ferguson con un centrocampista come il marocchino poteva venire in mente solo a qualcuno che vede oltre. In campo i tre centrocampisti rossoblù hanno talmente ruotato con continuità le posizioni che gli avversari avranno creduto di essere dentro alla camera degli specchi: pensavano di trovare un avversario e invece ne compariva un altro.

Perduto Ferguson, Motta ha deciso di togliere del tutto i riferimenti in mezzo al campo con tre mediani veri, niente mezzali, niente incursori e niente trequartisti: tre centrocampisti totali, flottanti, ruotanti, fluidi, invisibili e di conseguenza imprendibili.

Ve l’ho anticipato: siamo entrati nel calcio esoterico di Thiago Motta. Bisogna crederci anche se non si concepisce, come l’occulto, il misterioso.

Il mister ha costruito così la sua trentesima vittoria da quando siede sulla nostra panchina: con l’organizzazione ai massimi livelli, con l’iper fluidità del suo gioco, col dominio tattico della gara nonostante un possesso palla insolitamente inferiore – seppur di poco – agli avversari.

Il possesso serve per volume ad avere il controllo della partita, per qualità a trovare le giocate vincenti pazientando nella ricerca dell’imbucata e della superiorità numerica: tornare indietro, cosa che piace poco ai tifosi, serve per (ri)aprire il campo e aumentare le spaziature.

L’azione del raddoppio di Zirkzee ne è stato l’emblema: 1 minuto e 45 secondi di possesso ininterrotto con una rete di 35 passaggi, partendo da un fallo laterale nella metà campo della Roma e rientrando nella nostra almeno due volte proprio per riaprire il campo, per trovare spazi.

Siamo all’esoterico?

Scherzavo, in realtà no. Il calcio di oggi è questo, si può capire se si vuol vedere: meglio farlo in fretta, così da goderne.

Tosco – Canale 88

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Foto: Getty Images (via OneFootball)

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