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·24 agosto 2021

Rivista Contrasti: In Inghilterra esiste un razzismo di Serie B

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Quello nei confronti dei British Asian.

In un articolo pubblicato dal quotidiano britannico Independent, lo scorso 13 gennaio, viene sottolineato il recente aumento di episodi di razzismo nei confronti della minoranza etnica dei cosiddetti British Asian. Una comunità questa costituita, prevalentemente, da emigranti di seconda generazione provenienti dall’Asia meridionale i quali, a tutt’oggi, rappresentano una minoranza significativa e in forte crescita. Dal gennaio dello scorso anno, infatti, gli episodi discriminatori si sono verificati con una frequenza decisamente superiore rispetto a quelli avvenuti fra 2018 e 2019: un malcelato odio razziale che è dunque esploso nei mesi più duri della pandemia.


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“Come può ancora accadere questo nel 2021? Sono orgoglioso della persona che sono e di rappresentare gli asiatici di seconda generazione. Bisogna fare di più per la lotta al razzismo”.

Tweet pubblicato lo scorso 11 febbraio dal centrocampista Yan Dhanda Quello di Yan Dhanda, ad esempio, è un caso da manuale. Il classe ’98, attualmente sotto contratto con lo Swansea ma cresciuto nelle giovanili del Liverpool, di origini indiane (padre proveniente dallo stato nord occidentale del Punjab), è stato vittima di insulti razzisti sui social dopo la sconfitta subita per 3-1 contro il Manchester City in FA Cup. Preoccupa, e stupisce, la pressoché nulla copertura mediatica dell’episodio rispetto ad altri celebri casi avvenuti negli scorsi mesi. L’interrogativo nasce spontaneo: quanti razzismi esistono? C’è un razzismo di serie a, più degno di analisi ed inchieste, ed un razzismo di serie b, che non merita neanche un trafiletto a fondo pagina?

“Episodi di questo genere mi spingono solamente a voler fare di più. Sono orgoglioso delle mie origini, sarei stupido nel non esserlo” ha poi dichiarato Dhanda in un’intervista rilasciata a Sky Sports News. Impossibile sorprendersi però se si pensa che Greg Clarke, chairman della English Football Association, non proprio l’ultima pedina del carro, sia stato costretto alle immediate dimissioni, lo scorso novembre, per una serie di controverse dichiarazioni a stampo razziale.

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