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·18 febbraio 2025

Ricavi a 1,8 miliardi e redditività in calo nel 2024 per la Otb di Renzo Rosso

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L’anno passato non sarà ricordato come uno dei più produttivi del settore della moda e del lusso. E all’interno del settore spicca chiaramente anche l’attività di Otb (Only The Brave), gruppo fondato da Renzo Rosso – che nel calcio è attivo come proprietario del Vicenza, club di Serie C – cui fanno capo i marchi Diesel, Jil Sander, Marni, Viktor&Rolf, Maison Margiela e le aziende produttrici Staff International e Brave Kids.

Come riporta l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore, il gruppo del patron del Vicenza ha chiuso l’esercizio 2024 con ricavi pari a 1,8 miliardi, in calo del 4,4% sul 2023. In discesa anche gli indici di redditività: l’Ebitda è passato dai 348 milioni del 2023 a 276 milioni (16,3% sui ricavi), l’Ebit da 140 a 44 milioni. Per quanto riguarda, invece, la posizione finanziaria netta, questa è positiva per 31 milioni.


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A fare fatica è stato, in particolare, il canale wholesale, mentre le vendite dirette – la rete di Otb conta 608 negozi fisici e una superficie complessiva di vendita salita a 85mila metri quadrati nel 2024 – hanno messo a segno un +7,4% rispetto al 2023. «Veniamo da un triennio di crescita e nel 2024, quando, secondo Bain&Co., il settore soft luxury ha registrato un -7% dei ricavi e un -15% dei volumi, abbiamo retto bene – commenta Ubaldo Minelli, CEO del gruppo Otb –. Il merito è anche di scelte fatte nel passato: subito dopo il Covid, quando tutti dicevano che l’e-commerce avrebbe fatto perdere importanza al retail, noi abbiamo raddoppiato gli investimenti nei negozi fisici, preventivando 60/70 aperture all’anno (nel 2024 sono state 61, ndr). Questo ci ha consentito di compensare il calo del wholesale che si è verificato».

Il fatturato retail diretto di Otb è raddoppiato tra il 2021, quando assorbiva meno del 30% del fatturato, e il 2024, quando è salito al 57% dei ricavi. L’obiettivo «è portarlo al 75%, se tutto va bene in due o tre anni», aggiunge Minelli. Proprio in quest’ottica Otb ha indirizzato la maggior parte dei 77 milioni di investimenti a bilancio nel 2024 al retail. Sul calo dei ricavi e delle vendite nette – queste ultime sono scese a 1,7 miliardi, -3,1% a cambi costanti e -4,9% a cambi correnti sul 2023 – hanno inciso inevitabilmente gli andamenti di alcuni mercati.

Il rallentamento più forte si è verificato in Cina e nei Paesi limitrofi come la Corea del Sud. «Ma nella Repubblica Popolare continuiamo a investire: nel 2024 abbiamo aperto 28 negozi diretti», racconta il CEO. Mentre a compensare in positivo ci hanno pensato il Giappone (+16,3% a cambi costanti, ora assorbe il 26% del business del gruppo) e il Nord America (+13,3% a cambi costanti). «Siamo attenti a quello che succederà negli USA, ma non così preoccupati per i dazi: tra i nostri clienti abbiamo molti americani che fanno shopping in tutto il mondo, se dovessero aumentare i prezzi probabilmente comprerebbero all’estero», sottolinea Minelli.

Il 2025 si è aperto all’insegna dell’espansione, con investimenti in aree geografiche relativamente inesplorate: «Abbiamo creato Otb Mexico, operativa dal 2025, attraverso la quale apriremo 50 negozi in cinque anni, 15 nel 2025 tra Margiela e Diesel». Per Emirati, Arabia Saudita e Golfo, invece, Otb ha siglato l’anno scorso una joint venture (di cui detiene la maggioranza) con il gruppo Chalhoub, diventata operativa all’inizio di febbraio.

Guardando al futuro, fra mercati da aprire, espandere o consolidare, Otb è pronta a una serie di novità che si sono già concretizzate in alcuni cambi ai vertici: creativi, con Glenn Martens, già direttore creativo di Diesel, che a gennaio ha assunto la direzione di Maison Margiela, dopo l’addio di John Galliano a dicembre; manageriali, con Stefano Rosso nominato CEO di Marni a maggio 2024 e Serge Brunschwig da qualche settimana a capo di Jil Sander e chief strategy officer dell’intero gruppo.

Margiela e Diesel, già accomunati dal fatto di aver chiuso il 2024 a segno più, con vendite rispettivamente +4,6% e +3,2%, condivideranno la guida creativa: «Conosciamo bene Glenn Martens e riteniamo che possa portare avanti il lavoro di John Galliano – spiega Minelli –. Quest’ultimo, nel corso di 10 anni, ha trasformato Margiela da marchio di nicchia in fashion house: come tutti i cicli la sua direzione ha avuto un inizio e una fine e ci siamo preparati per tempo alla successione, che è stata voluta da noi. Le ambizioni sono cresciute e siamo convinti che con Glenn si possano realizzare».

La sfida più grande per l’intero reparto della moda, secondo Minelli, sarà «la creatività. Con Staff International (che gestisce una rete di oltre 550 fornitori, il 90% dei quali basati in Italia, ndr) riusciamo a dare un servizio ai brand e garantire standard elevati. Al momento non abbiamo acquisizioni in programma, dopo quella del calzaturificio Stephen nel 2024, ma non vuol dire escluderne». Le acquisizioni dovrebbero contribuire a spingere il gruppo Otb verso l’obiettivo dei 3 miliardi di ricavi. «Vogliamo raggiungerlo il prima possibile, ma non un punto di arrivo. Quotazione in Borsa? È un dossier sempre in agenda, ma non bisogna avere fretta», conclude Ubaldo Minelli.

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