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·18 maggio 2025
Repubblica, Solo Conte poteva ricomporre un Napoli in pezzi. E questa squadra lo ha seguito fino in fondo

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·18 maggio 2025
Dopo il trionfo del 2023, il Napoli aveva vissuto un’annata di frammentazione e smarrimento. La squadra scudettata sembrava svanita, inghiottita dalle pressioni e da un mercato incerto. È in questo contesto che Antonio Conte ha preso in mano un gruppo sfibrato, riportandolo in pochi mesi a lottare nuovamente per il titolo.
Il quotidiano, firma un ritratto incisivo e in chiaroscuro del Napoli di Conte. Un Napoli “adorabilmente grigio”, concreto, poco spettacolare, ma efficace. Di seguito uno stralcio del commento.
«Solo Conte poteva così in fretta ricomporre un Napoli finito in pezzi dopo lo scudetto, e solo questa squadra poteva seguirlo con monastica obbedienza. Napoli che si farà ricordare per il suo adorabile grigiore: miglior cannoniere Lukaku sesto con 13 gol (3 rigori), contro i 24 del primo Retegui; 57 reti fatte contro le 75 dell’Inter.»
«Miglior difesa con 27 gol subiti contro i 33 dell’Inter. Ma c’è un altro primato interessante emerso ieri: il Napoli è la squadra che, nei cinque top campionati europei, ha utilizzato per più minuti (16.122) giocatori over 30. Dal capitano Di Lorenzo a Lukaku, passando per Rrahmani, Spinazzola, Juan Jesus, Lobotka e Politano.»
«Conte, come e forse più di Inzaghi, si affida agli anziani: forse perché più duttili, più affidabili, più disposti al sacrificio silenzioso.»
Le parole di Conte: “Chi è abituato a vincere vive tutto con serenità”
Nel post-partita, il tecnico leccese ha spiegato la chiave psicologica che accompagna la sua gestione nei momenti cruciali della stagione:
«I calciatori sanno bene che si stanno giocando qualcosa di diverso rispetto ai grandi club. A Napoli ogni scudetto è storico. Due anni fa non si vinceva da 33 anni, l’ultimo era con Maradona. La differenza si avverte. Chi è abituato a vincere vive queste fasi serenamente, chi invece non ci è abituato rischia di caricarsi di tensione e ansia.»
«Abbiamo visto tutti cosa è accaduto due anni fa, io per primo. Vincere a Napoli significa rimanere nella storia della città. Sono eventi rari, saltuari. Ma proprio per questo motivo vanno gestiti con lucidità.»
Un Napoli diverso, ma solido
È un Napoli meno estroso, più operaio, che ha perso la poesia verticale di Osimhen e l’incanto del primo Kvaratskhelia, ma ha trovato equilibrio e resistenza. La costruzione del gruppo è passata anche da scelte coraggiose, come l’affidarsi a giocatori d’esperienza in ruoli chiave, mettendo da parte il turnover e i giovani di prospettiva.
Antonio Conte ha saputo restituire ordine e determinazione, non inseguendo la bellezza, ma la funzionalità. E, almeno fino a oggi, è bastato.
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