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·3 febbraio 2025
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L’edizione odierna de “La Repubblica” ha commentato il match tra Roma e Napoli, soffermandosi sul coach azzurro Antonio Conte.
La sfida scudetto si sposta nei roventi finali di questo magnetico campionato. L’ottava vittoria consecutiva del Napoli sembrava fosse cominciata a Milano un’ora prima della partita con la Roma. L’Inter afferra solo un punto all’ultimo secondo del derby, il Napoli s’illude di poterne prendere altri due. Si limita così ad osservare le scelte di Ranieri. E sono chiare. Le rivela privando di tecnica e genialità la Roma, lascia in panchina Paredes e Dybala, preferisce misurarsi con la fisicità del Napoli sulla velocità. Il confronto passa sulle zone esterne 3-5-2 romanista, Ranieri scommette sullo smilzo ma agile argentino Soulé e quel risaputo marpione di El Shaarawy a sinistra. Sembrano due buone carte, ma dopo neanche mezz’ora l’insospettabile Spinazzola le brucia con un pallonetto carico di grazia e veleno insieme. Ruba l’attimo al portiere Svilar in uscita scavalcandolo con un tiro che sembra telecomandato. Sale per scendere dolcemente nell’incrocio opposto. Diabolico. Proprio Ranieri sollecitava Soulé ad essere più tenace nel confronto con Spinazzola, altro che bersaglio della Roma, il difensore copre la fascia con una trasgressiva sicurezza, Soulé fa abbastanza tranne che sbarrarne il passo. Il vantaggio ha un effetto negativo per la Roma anche a sinistra, El Shaarawy si avvicina timido alla difesa del Napoli, guidata da un superlativo Juan Jesus. La sua presenza è già un successo personale, perché entrato dopo l’infortunio di Buongiorno rimane anche dopo il ritorno del titolare, che affonda nella mestizia della panchina.
Era un’altra la chiave tattica studiata da Ranieri, la Roma ne cerca un’altra. Ma aspetta la ripresa. Costringe il Napoli a sospendere il possesso palla, Conte chiede quindi ai suoi delle ripartenze, lo aiuta Lobotka che lasciato senza i soliti ferrei controlli con il passare dei minuti conquista il podio per dirigere la squadra. Il Napoli si abbassa ma diventa estemporanea la sua aggressività, con Anguissa accreditato dagli ultimi gol che sta in posizione sempre più offensiva sul centro destra. Evidentemente deluso, Ranieri ritira El Shaarawy e Koné evanescente a centrocampo, dove prende tono il giovane Pisilli e si avvale dell’aiuto di Paredes ingiustamente lasciato fuori. Ma più deluso di Ranieri è Conte, costretto a sostituire quel bengala spento di Neres. Proprio lui, quasi a rafforzare le amare riflessioni di Conte, che non si è ancora rassegnato alla mancata, adeguata sostituzione di Kvara.
La conferenza di sabato, con un esplicito riferimento al mercato, lascia aperto un tema scabroso nei rapporti fra la società e il reattivo comandante della formazione capolista. La sonnolenta prova di Neres si riflette forse nella opacità di Lukaku, che esce tra urla e suppliche del popolo romanista appena entra anche Dybala. Partita tesa, appaiono tardivi i cambi di Conte dopo una serena guida con qualche precoce illusione di vittoria. Quando la vittoria sembra in bilico, chiama d’urgenza gli specialisti del pronto intervento. Mazzocchi, Simeone, Raspadori. Se la sbrighino loro insieme con i combattenti del Napoli 2025. Irriducibili fino al solito traversone che vola sulle teste di una difesa stremata.
Carlo Gioia