Real Madrid Milan, Sacchi: «Nel 1989 andammo a comandare al Bernabeu. Butragueno mi confesso una cosa. E al ritorno fu Ancelotti la mossa decisiva» | OneFootball

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·5 novembre 2024

Real Madrid Milan, Sacchi: «Nel 1989 andammo a comandare al Bernabeu. Butragueno mi confesso una cosa. E al ritorno fu Ancelotti la mossa decisiva»

Immagine dell'articolo:Real Madrid Milan, Sacchi: «Nel 1989 andammo a comandare al Bernabeu. Butragueno mi confesso una cosa. E al ritorno fu Ancelotti la mossa decisiva»

Le parole di Sacchi, ex tecnico del Milan, in vista della partita contro il Real Madrid in Champions League, il suo ricordo del precedente del 1989

La prima Coppa dei Campioni vinta dal Milan di Silvio Berlusconi passò da Madrid: 1-1 al Bernabeu nella semifinale di ritorno, 5-0 a San Siro in una delle gare più memorabili della storia. Le rievoca su La Gazzetta dello Sport chi era in panchina: Arrigo Sacchi.

ANDAMMO A COMANDARE – «Nel 1998 alleno a Madrid ed è allora che Emilio Butragueno, ancora oggi dirigente del Real, mi confessa che eravamo stati spiati, studiati. Avevano relazioni in cui la nostra velocità era definita incredibile, il nostro ritmo asfissiante. Fu la prima volta che una squadra italiana andò al Santiago Bernabeu a comandare».


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IL SUO MILAN – «Noi andammo a giocarcela da protagonisti, se avevano palla loro li attaccavamo per portargliela via, non indietreggiavamo mai. La verità è che avevo una squadra di persone affidabili, una squadra adulta».

RICORDI DEL 5-0 – «Molti, uno in particolare che inizia ancora prima della partita. Facevamo le cose con impegno e serietà, anche in allenamento. In partitella si entrava duri ed è così che fecero male a Evani: per le qualità che aveva, Chicco non era facile da sostituire. Misi a fare l’ala sinistra il giocatore più disponibile che avevo, che ero certo avrebbe fatto tutto quello che gli chiedevo: Carlo Ancelotti. Giocò una grandissima partita e segnò il primo gol. A San Siro vincemmo negli ottavi anche l’anno dopo, con merito: per me è fondamentale. Non esiste successo senza merito, altrimenti è come aver perso».

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