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Redazione·27 marzo 2023
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Redazione·27 marzo 2023
Vinicius Junior scoppia in lacrime durante la conferenza stampa alla vigilia di Spagna-Brasile, amichevole prevista domani alle 21:30 al Santiago Bernabeu.
Il fenomeno del Real Madrid, vittima a più riprese dell’odio razzista da parte dei tifosi avversari (ultimi in ordine temporale quelli dell’Osasuna), ha messo da parte il big match di domani per spostare l’attenzione sulla piaga che lo affligge: “La lotta al razzismo è più importante anche del calcio. Cerco uguaglianza per il futuro, perché la vita sia normale per tutti”.
Dopo queste parole, Vini scoppia a piangere, facendo commuovere anche una giornalista presente in sala. Di seguito, invece, la conferenza integrale e il suo punto di vista sul razzismo.
“È molto triste e qui accade in ogni partita, ogni giorno. Ogni mia denuncia mi rattrista. Non solo in Spagna, ma nel mondo… Anche a mio padre succedeva. Combatto perché in futuro non accada più a nessuno”, inizia Vini.
“Ricevo aiuto da diversi compagni, organizzazioni che mi hanno mostrato il loro sostegno. È essenziale per l’evoluzione dell’essere umano. Mi hanno già fatto male molte volte, a me e alla mia famiglia”.
“C’è bisogno di migliorare. Ho ancora 23 anni, ma ogni volta ho sempre meno voglia di giocare. L’impunità mi rattrista, faccio così tante denunce e non succede niente. A Barcellona è stato archiviato un caso, e sarebbe importante che venisse punito, così la gente smetterebbe di dire certe cose e si potrebbero educare le nuove generazioni”.
“La lotta al razzismo è più importante anche del calcio. Cerco l’uguaglianza per il futuro, che la vita sia normale per tutti”.
“Ogni denuncia che faccio sembra peggiorare le cose. Non sto combattendo solo contro i tifosi in Spagna, sto combattendo contro il razzismo nel mondo. Penso sempre di aiutare le organizzazioni a combatterlo. La Liga sta migliorando e sta lavorando, ma è complicato”.
“Devo ringraziare il presidente della Federcalcio spagnola e tutti gli atleti brasiliani, mi hanno sempre mostrato il loro sostegno. Dentro e fuori dal campo. Spero anche che le altre federazioni ci lavorino, che serva da esempio. E anche che non succeda che ogni due-tre giorni si ripeta la stessa cosa”.
“Ora capisco più cose su questo fenomeno, ecco perché ne parlo con competenza. Mohamed Ali è stato un esempio, e sono qui per parlare a nome dei brasiliani. Da dove prendo la forza? Dalla famiglia, dalle persone che soffrono giorno dopo giorno. Mi piace essere qui per rappresentare tutti. So da dove vengo, non c’erano così tante prospettive per il futuro. Sono già un vincitore per essere dove sono”.
“Ho pensato di lasciare la Liga… Ma se andassi via, darei ai razzisti ciò che vogliono. Voglio restare qui, nel miglior club del mondo, affinché continuino a vedere la mia faccia. Sto crescendo per essere la gioia di tutte le persone che vanno allo stadio. I razzisti sono una minoranza. Sono coraggioso, sono del Real Madrid. È complicato, ma continuerò, perché il presidente mi sostiene, il club mi sostiene…”.
“I giocatori che dicono cose come Nico Williams li ringrazio. È un ragazzo molto bravo, difende sempre i suoi colori, e lui, giocando per la Spagna, è un riferimento per me”.
“Sono sicuro che la Spagna non sia un paese razzista. Ma ci sono molti razzisti e vanno allo stadio: questo deve cambiare. Forse molte persone non sanno cos’è. Pensavo che prima ci fosse meno razzismo, ma man mano che denuncio, la faccenda si allarga. Restano impuniti, credono di poter fare tutto, e ciò che dicono sul mio colore della pelle può influenzarmi in campo. Voglio solo giocare e stare bene, andare in tutti i campi di Spagna sapendo che non verrò giudicato per il colore della mia pelle”.
“Possiamo essere tutti uniti. Le cose possono cambiare. I neri sanno che per esserlo devono fare il doppio. L’uguaglianza è la migliore soluzione per tutti. La lotta contro il razzismo non ha ancora la forza sufficiente per combatterlo definitivamente. Solo chi è come me sa cosa stia subendo”.