Rapito e torturato dal presidente del club: il caso shock di Parfait in Camerun. Anche se… | OneFootball

In Italia, gli scandali legati alle scommesse nel calcio — dal calcioscommesse del 1980 fino ai recenti casi di ludopatia che hanno coinvolto alcuni giocatori — si sono spesso conclusi con sanzioni, ma nulla di paragonabile a quanto accaduto di recente in Camerun.

Rapito e torturato dal presidente del club: il caso shock di Djomeni Éric Parfait in Camerun

La denuncia della madre del giocatore (“Ho visto i segni delle frustate”), la replica del Victoria Limbé (“Falsità”) e infine il video del ragazzo che nega tutto. Era accusato d’aver venduto delle partite

Secondo fonti locali, il presidente del Victoria United, club di prima divisione camerunense, Valentin Kwain, avrebbe rapito, tenuto prigioniero e torturato per tre giorni il suo portiere Djomeni Éric Parfait. La motivazione? L’accusa di aver venduto diverse partite, puntando attraverso la piattaforma di scommesse 1Xbet.

Il caso ha avuto risvolti drammatici. Dopo aver portato il giocatore davanti alle autorità, che non hanno trovato alcun elemento a suo carico, Kwain avrebbe deciso di farsi giustizia da solo, facendo rapire il portiere nella città di Limbe. Secondo quanto riportato dal sito ‘Actu Cameroun’, Djomeni sarebbe ora nascosto in una località sconosciuta.

La denuncia del rapimento sarebbe partita dalla madre del calciatore, che si sarebbe recata presso gli uffici del Victoria United per chiedere informazioni sul figlio, venendo però allontanata in malo modo dal presidente del club.

A prendere posizione in difesa del giovane portiere è stata l’Unione Nazionale dei Calciatori del Camerun (Synafoc). Jacques Marcel Itiga Itiga, responsabile della comunicazione del sindacato, ha dichiarato pubblicamente: “Giustizia per Eric Parfait Djomeni! Il giovane portiere del Victoria United è stato rapito, tenuto prigioniero e torturato dal famigerato presidente del suo club, Valentin Kwain. Eric Parfait Djomeni hai tutto il nostro sostegno”.

Il caso sta scuotendo l’opinione pubblica in Camerun, sollevando interrogativi sulla sicurezza dei calciatori e sul clima di tensione che circonda il calcio locale. Resta da vedere quali saranno le conseguenze per il presidente Kwain e come le autorità camerunesi gestiranno questa vicenda inquietante.

Il club con un comunicato ha voluto seccamente smentire l’accaduto: “Circolano voci false che stanno gettando fango sulla nostra squadra – si legge nella nota – Non c’è nulla di vero”. E poco dopo è arrivato anche il video dello stesso portiere, che nega l’accaduto. “Come vedete non sono stato rapito – dice – Ci stiamo allenando normalmente, non ci sono problemi. Quello che è uscito online non è vero. Ho visto mia madre ieri”. Resta da capire se sia stato obbligato a farlo dato che pare strano che tutto sia nato da un’invenzione della fantasia di qualcuno. Anche se visto quanto accade nel campionato locale, tutto è possibile…

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