Calcionews24
·17 giugno 2025
Ranieri svela: «Il mio rifiuto alla Nazionale? Ora vi dico la verità. Lusingato della chiamata, ma…»

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·17 giugno 2025
In occasione della presentazione ufficiale di Gian Piero Gasperini come nuovo allenatore della Roma, Claudio Ranieri è tornato brevemente al centro dell’attenzione. Le sue parole, pronunciate con la solita eleganza e misura, hanno riportato sotto i riflettori la scelta, recente e significativa, di rifiutare la panchina della Nazionale italiana dopo l’esonero di Luciano Spalletti.
«Si è detto tanto, tenetevi quello che si è detto. Da parte mia non dico nulla», ha commentato Ranieri con tono calmo ma deciso, lasciando intendere che il clamore mediatico suscitato dalla proposta della FIGC non ha mai cambiato la sua posizione. Una dichiarazione breve, ma sufficiente per ribadire un concetto a cui il tecnico romano tiene molto: il suo legame con la Roma viene prima di tutto.
«Rispetto l’Italia – ha aggiunto Ranieri –, ma sono della Roma». Una frase semplice, eppure carica di significato. In un momento in cui la Nazionale era alla ricerca di stabilità e identità, il nome di Ranieri era circolato con insistenza come possibile guida tecnica, capace di portare equilibrio, esperienza e autorevolezza. La FIGC, secondo fonti vicine alla federazione, avrebbe fatto più di un tentativo per convincerlo, ma la risposta è stata sempre la stessa: no, grazie.
Questa decisione, per quanto possa sembrare sorprendente, si inserisce perfettamente nel percorso umano e professionale di Claudio Ranieri. Dopo una carriera ricca di successi in Italia e all’estero – dal miracolo Leicester alla salvezza con il Cagliari fino alla Roma – Ranieri ha più volte dimostrato di agire seguendo la propria coerenza e il proprio cuore, piuttosto che le logiche del potere o della carriera.
Il suo attaccamento alla Roma, società in cui è cresciuto calcisticamente e che ha allenato in momenti difficili e delicati, non è mai stato solo di facciata. «Sono della Roma», ha ribadito, quasi a voler spiegare che ogni scelta, anche la più difficile, parte da quel sentimento viscerale per i colori giallorossi. Non è un caso che Gasperini, durante la sua prima conferenza da allenatore romanista, abbia elogiato il lavoro fatto da Ranieri nei mesi precedenti, definendolo una base solida da cui ripartire.
Il rifiuto della panchina azzurra, dunque, non è un atto di chiusura verso il calcio italiano, ma una dimostrazione ulteriore del profilo etico di Ranieri, uomo di valori e di appartenenze vere. In un calcio dove spesso i rapporti si riducono a contratti e convenienze, la scelta di dire “no” alla Nazionale per fedeltà alla Roma rappresenta quasi un’eccezione romantica.
Mentre la FIGC ha virato verso altri profili, e mentre la Roma apre un nuovo capitolo sotto la guida di Gasperini, il nome di Ranieri resta ben impresso nei cuori dei tifosi giallorossi. Non tanto per ciò che ha detto, ma per ciò che continua a rappresentare: un allenatore che ha messo il rispetto, l’identità e l’amore per la maglia davanti a ogni altra ambizione.
In un calcio sempre più dominato dalla logica del risultato, Ranieri rimane una figura rara. E la Roma, ancora una volta, può dirsi orgogliosa di averlo avuto come guida.
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