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·13 novembre 2024

Ranieri per amore. La Roma ha deciso: Claudio può salvarla

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Corriere dello Sport (R. Maida) – Gli chiedono un altro miracolo, a 73 anni: nel tempo di una telefonata in inglese Sir Claudio è tornato Er Fettina per salvare la sua Roma. I can’t say no, nun posso di’ de no. Ma per sfilare abito e bombetta e indossare la tuta Ranieri dovrà aspettare qualche ora: ieri sera, in compagnia della moglie Rosanna e del manager Pietro Chiodi, si è imbarcato sul volo British Airways 547 per Londra, la sua seconda casa, e ha raggiunto velocemente il quartier generale dei Friedkin. Non aspettava altro e per la verità un po’ se l’aspettava. Tanto che negli ultimi giorni, come un giovane emergente e non come il più esperto degli allenatori, si era messo a studiare con attenzione le partite della squadra del cuore e l’organico per capire dove e come intervenire, nel caso fosse arrivata la chiamata.

Ed eccoci qua, come alla terza giornata del campionato 2009/10 quando la Roma apparteneva ai Sensi e prese il posto di Spalletti a zero punti. O come l’8 marzo 2019, nella parte declinante della gestione Pallotta, dopo l’esonero di Di Francesco e le dimissioni del ds Monchi. Pronto soccorso Claudio. Dopo un casting lunghissimo e tanti rifiuti, che hanno ritardato la decisione, i Friedkin sono orientati a offrirgli la panchina fino a giugno, con la prospettiva di un futuro da direttore tecnico. I soldi? Non saranno un problema. Non in questa trattativa-lampo. Ranieri dovrebbe ripartire alle 18.20 dall’aeroporto Luton per essere a Trigoria domani alla ripresa degli allenamenti. È stato il presidente Dan a rompere gli indugi a 48 ore dall’esonero di Juric. Non volendo/potendo investire su un programma pluriennale a metà novembre, ha capito che lo spettro delle possibilità si stava riducendo.


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Tanti allenatori non volevano prendere in pugno la Roma in questo momento senza la garanzia di un progetto di ampio respiro. Lo stesso Vincenzo Montella, che è stato per molte ore il candidato forte per il ruolo e che curiosamente sostituì proprio il dimissionario Ranieri nel 2011 a Trigoria, è stato sondato ma non avrebbe mai accettato di lasciare la nazionale turca per un contratto di sette mesi. E bisogna anche comprenderlo, al di là dell’affetto per il luogo amato che lo ha fatto vacillare, Così, piano piano, si è arrivati alla soluzione più logica e romantica: il Ranieri-ter, al quale bisogna aggiungere il breve periodo da calciatore negli Anni 70.Il barometro 00 dell’impresa Leicester aveva lasciato a giugno l’altro club adorato, il Cagliari, dopo due stagioni in cui aveva conquistato prima la Serie A e poi la salvezza. In quell’addio commosso aveva fatto intendere che non avrebbe allenato più. Ma alla Roma, che ha criticato dall’esterno per la mancanza di organizzazione e per il trattamento riservato a De Rossi, non poteva resistere.

E così ripartirà da altre lacrime orgogliose, quelle che versò, guarda caso, nel giorno dell’addio di De Rossi. Quando l’Olimpico pieno gli rese omaggio nell’ultima partita, scoppiò a piangere. Troppo amore, troppi ricordi. In quelle settimane non semplici Ranieri disse una frase lungimirante che non venne compresa: “Se sarà brava, la Roma l’anno prossimo potrà lottare per l’Europa League”. Aveva intuito che la Champions, appena abbandonata da Di Francesco, non sarebbe stata recuperabile in tempi brevi. E così è stato. Cinque anni più tardi, i Friedkin inseguono ancora invano il vello d’oro di ogni bilancio. Non possono prendere che il terzo allenatore della stagione, partendo da 13 punti in 12 giornate, riesca a centrare l’obiettivo, nonostante il ricordo dello scudetto sfiorato nel 2010 con una rimonta quasi leggendaria.

Ma sperano che Ranieri sappia ripristinare disciplina e serenità, valorizzando al massimo le risorse disponibili. La sua specialità. È presto per stabilire come giocherà – lui stesso si offende quando gli attribuiscono un solo modulo di riferimento – ma di sicuro aggiusterà la Roma utilizzando il buonsenso. Potrà così tagliare subito il traguardo delle 1.400 panchine a livello di club: gli manca solo una partita. Che capiti a Napoli, una delle poche città che non lo ha capito fino in fondo, sembra un segno del destino.

Foto: [Paolo Bruno] via [Getty Images]

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