
OneFootball
Giacomo Galardini·17 giugno 2018
Rafa Márquez: dal cartello messicano di droga alla carriera da record

In partnership with
Yahoo sportsOneFootball
Giacomo Galardini·17 giugno 2018
Rafael Márquez partecipa con questo mondiale alla sua quinta e ultima Coppa del Mondo.
Il 39enne difensore fece il suo debutto professionale per il club messicano dell’Atlas all’età di 17 anni. Poi Monaco, Barcellona, New York, León, Hellas Verona e di nuovo all’Atlas.
Durante la sua lunghissima e variegata carriera – che vogliamo ripercorrere – ha raggiunto molti record, è diventato un eroe popolare in patria ed è stato accusato di fare parte di un cartello messicano di narcotrafficanti.
Ma El Káiser ha continuato per la sua strada.
Appena poco dopo il suo debutto professionale tra le file dell’Atlas, Márquez fu convocato nella nazionale maggiore per la sua prima presenza. La leggenda vuole che fu solo un caso: non doveva succedere.
Il vecchio allenatore del Tricolor Bora Milutinović voleva in realtà convocare un compagno di squadra dell’Atlas chiamato Cesar Márquez ma per un errore di omonimia e burocrazia Rafa per errore fu convocato.
Dopo 142 presenze e diversi record distrutti, Rafa Márquez ci sa ancora fare, ed è sceso in campo da capitano nel suo quinto mondiale.
Nel 1999 ha guidato il Messico al successo della Confederations Cup, e a quello della Gold Cup nel 2003 e 2011. Il povero Cesar Márquez, invece, non fu mai più convocato.
Nel 1999, Márquez si trasferisce in Europa, più precisamente in Ligue One al Monaco, dove viene acquistato per 5 milioni di euro. Nella sua prima stagione in Costa Azzurra, vinse il campionato e venne votato MVP della stagione.
Dopo 3 anni, 109 partite e un altro titolo, era pronto di nuovo a fare le valigie.
Nel 2003, Márquez viene acquistato da uno dei club più forti al mondo: il Barcellona.
Si trasferisce al Camp Nou e diventa il primo messicano della storia a giocare la Champions League, e non solo: la vincerà per ben due volte durante la sua permanenza in Catalogna.
Per ben 7 anni, la sua calma, intelligenza tattica e compostezza in campo lo rendono uno dei difensori centrali più forti del pianeta. È di gran lunga il calciatore messicano più vincente di sempre.
Ma venne il giorno in cui si spense la sua buona stella: all’età di 31 anni sorprende tutti con una mossa shock, passando ai New York Red Bull in Major League Soccer.
Nonostante il corteggiamento di diversi top club europei la l’età ancora moderatamente giovane, compì la scelta che successivamente bollò come “la peggiore della mia vita“.
Messicani e Statunitensi non sono mai andati d’accordo e il destino di Rafa fu sancito quando litigò con la leggenda del soccer US Landon Donovan durante una partita dei playoff.
Le cose andarono così male che nel dicembre 2012 Márquez e i Red Bulls rescissero il contratto. Ma i suoi problemi con gli Stati Uniti erano ben lontani dall’esseri finiti.
Nel dicembre 2015 Rafa Márquez – dopo una fallimentare e breve esperienza in in Italia all’Hellas Verona – decide di tornare in Messico da eroe.
Purtroppo il suo ritorno in patria fu macchiato da accuse pesanti. Secondo un’indagine antidroga statunitense, Rafa Márquez – il più grande calciatore della storia messicana – faceva parte di un cartello messicano di droga.
Precisamente, il dipartimento del tesoro statunitense lo collegò al cartello di Raúl Flores Hernández – conosciuto come El Tio. I suoi conti correnti intestati a suoi nome furono congelati e i beni che possedeva sequestrati.
Nell’aprile 2018, Márquez annuncia che dopo 21 anni, la sua lunga e gloriosa carriera sarebbe arrivata alla fine. Ma non prima di una ultima apparizione a Russia 2018.
Per molti, la sua inclusione nella lista dei convocati da parte del CT Juan Carlos Osorio è arrivata come una sorpresa: ma nella vittoria contro la Germania campione del mondo in carica è arrivato un altro record: 5 mondiali di fila giocati, come Carbajal e Lothar Matthäus.
Che dire: complimenti al Kaiser.