Calcio e Finanza
·20 maggio 2023
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Sarà un calendario intasato quello dell’Inter in questo finale di stagione. E proprio dal calendario – scrive La Gazzetta dello Sport – arriva il malumore delle ultime ore del club nerazzurro. La rabbia della società è montata appena scoperto la composizione definitiva del penultimo turno di campionato, quello che vedrà la squadra di Inzaghi ospitare in casa l’Atalanta di Gasperini: la partita si giocherà sabato 27 maggio alle 20.45.
In anticipo, nonostante appena tre giorni prima l’Inter sia impegnata a Roma nella finale di Coppa Italia contro la Fiorentina. E domani, 72 ore prima della finale coi viola, ci sia in programma pure la trasferta di Napoli. La decisione ha fatto infuriare il club ed è stato l’amministratore delegato Giuseppe Marotta a esplodere.
«È incomprensibile aver anticipato a sabato una partita che si sarebbe potuta giocare perfino lunedì. Così facendo si mette a rischio l’incolumità dei calciatori costretti a giocare tre partite in una settimana, con in mezzo una finale di Coppa Italia che potrebbe pure prolungarsi oltre i tempi regolamentari», ha commentato l’AD per l’area sportiva dell’Inter.
La finale contro la Fiorentina cade comunque tra due partite toste e delicate in chiave qualificazione Champions: la prima domani al San Paolo contro il Napoli, la seconda proprio contro la Dea, che spera ancora nel quarto posto. Visto che dal 28 al 4 giugno i nerazzurri hanno la loro prima settimana totalmente “libera” da oltre un mese, il club di Zhang si aspettava maggiore comprensione, magari con una scelta domenicale. Invece, hanno pesato le esigenze televisive.
Il rischio sulla “incolumità” dei calciatori interisti va letto soprattutto alla luce della finale di Champions. Anche la Fiorentina ha gli stessi problemi di compressione nello stesso periodo: Italiano manda in campo i suoi domani, a Torino, e poi 72 ore dopo la prima finale, ospita al Franchi la Roma. Questa scelta, però, è più obbligata, a causa della finale di Europa League dei giallorossi a Budapest il 31.