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Andrea Agostinelli·25 agosto 2018
🎥 Quella volta in cui Gattuso rischiò di uccidere Carlo Ancelotti

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Andrea Agostinelli·25 agosto 2018
Un incidente curioso scaturito dal grande affetto che unisce i due allenatori.
“Il nostro rapporto è andato oltre a quello dell’allenatore e del giocatore”. Basterebbero queste parole per descrivere il legame che c’è tra Gennaro Gattuso e Carlo Ancelotti. Le ha pronunciate ieri in conferenza stampa il tecnico del Milan, ammettendo senza timore che Carletto è stato il suo punto di appoggio in tanti momenti difficili e sottolineando con la sua solita schiettezza che ne dovrà mangiare di pastasciutta prima di raggiungere il livello di quello che lui ha definito come il suo maestro.
D’altro canto, però, Ancelotti non ha mai nascosto di aver avuto una naturale attrazione per il Gattuso calciatore. “Prima delle partite eri inavvicinabile: nervoso, scontroso – gli scrisse il tecnico del Napoli nella lettera che gli dedicò qualche mese fa per i suoi 40 anni -. Era il tuo modo di prepararti e siccome anch’io, quando giocavo, entravo in partita con largo anticipo, con te sapevo come comportarmi”.
Il rapporto tra i due è sempre stato sincero, diretto ma anche molto, molto fisico: abbracci, spintoni e tanti schiaffi (da parte di Gattuso al suo allenatore) per festeggiare un gol oppure qualche vittoria importante.
Come quella sera del 23 aprile 2003. Il Milan ospita l’Ajax nel ritorno dei quarti di finale di Champions League. Al secondo minuto di recupero la partita è ferma sul 2-2, un risultato che condannerebbe i rossoneri all’eliminazione dopo il pareggio per 0-0 ad Amsterdam nella gara di andata.
Gattuso è in panchina, vestito in borghese perchè squalificato. È un cane legato ad un palo. Vorrebbe entrare in campo per sbranare gli avversari e le uniche occasioni in cui può sfogare la sua rabbia è quando i suoi compagni vanno in gol.
È il primo ad abbracciare Inzaghi dopo il gol del momentaneo 1-0 ed è battuto dal solo Tassotti quando Tomasson spinge in fondo alla rete il pallone più importante degli ultimi 15 anni di storia del Milan, ovvero quello che permette ai rossoneri di vincere 3-2 e di continuare il proprio cammino in Champions League sino al successo sulla Juventus nella finale di Manchester.
In quegli istanti, Gattuso arriva alle spalle di Ancelotti: gli salta sulle spalle mettendogli un braccio intorno al collo e comincia a strattonarlo pesantemente. Come gli 80mila sugli spalti di San Siro, è in completa trans agonistica e non si è accorto che il tecnico sta fumando.
Appena lo libera dalla presa, cerca il suo sguardo nella speranza di trovare un complice con cui festeggiare senza remore ma la risposta di Ancelotti è uno sguardo tetro, dritto negli occhi di Gattuso che, come i bambini beccati sul fatto, si rende conto di averla fatta grossa.
“Per poco non mi fece ingoiare la sigaretta – racconterà infatti qualche anno dopo Ancelotti, aggiungendo divertito – Ancora oggi lo considero un gesto affettuoso”.