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·4 ottobre 2018
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Settimana europea impegnativa per l’Arsenal, alla caccia dell’ottava vittoria consecutiva in tutte le competizioni sul campo del Qarabag. Oltre alle difficoltà che comporta la lunghezza della trasferta fino in Azerbaigian, a complicare i piani di Unai Emery sono anche le assenze.
Non solo quelle dell’ultimo minuto di Aubameyang per influenza e Ramsey per il parto imminente della moglie. Tra gli assenti c’è anche l’armeno Henrikh Mkhitaryan, che è rimasto a Londra per questioni politiche.
Da anni Armenia e Azerbaigian hanno un contenzioso aperto per il controllo del Nagorno Karabakh, regione caucasica attualmente sotto il governo dell’Azerbaigian ma che fa parte dell’altopiano armeno. Da anni vengono condotti negoziati tra i due stati senza che si sia ancora arrivati a una risoluzione definitiva.
L’ostilità tra i due stati ha reso i confini invalicabili per chi è della nazionalità opposta: ufficialmente Mkhitaryan potrebbe entrare in territorio azero, ma la situazione comunque molto delicata ha spinto il giocatore stesso a decidere di rimanere a casa.
“È stata una decisione personale, per questi motivi non è qui”, ha spiegato l’allenatore dell’Arsenal Unai Emery prima della partita contro il Qarabag. Anche l’allenatore degli azeri ha voluto dire la sua, spiegando come il calciatore non abbia alcun divieto nell’entrare in Azerbaigian, ma corra solo il rischio di una pesante contestazione.
Non è la prima volta che Mkhitaryan si trova costretto a saltare una trasferta in Azerbaigian: gli era già capitato nel 2015, quando con il Borussia Dortmund non aveva giocato contro il Qabala. Rischia di non essere nemmeno l’ultima: il problema potrebbe ripresentarsi a maggio, quando l’Arsenal spera di ritornare in terra azera per giocare la finale di Europa League, che si terrà proprio a Baku.
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