Calcionews24
·11 giugno 2025
PSG, guida completa alla squadra: storia, giocatore chiave, giovane talento e allenatore

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·11 giugno 2025
Il PSG è inserito nel girone B del Mondiale per Club insieme ad Atletico Madrid, Botafogo e Seattle Sounders.
Arriva al Mondiale per Club da Campione d’Europa, forte di un “Triplete” che ha riscritto la storia e zittito ogni scettico. Il Paris Saint-Germain non è più la squadra delle promesse mancate e dei sogni infranti. È una macchina da guerra perfetta, plasmata dal genio tattico di Luis Enrique e spinta da un collettivo d’acciaio che ha dimostrato al mondo intero di non aver bisogno di un singolo uomo al comando. Dopo aver esorcizzato i fantasmi del passato e conquistato la vetta d’Europa, il club parigino sbarca in America con un solo obiettivo: completare un’annata leggendaria e sedersi sul trono del calcio mondiale.
La storia del Paris Saint-Germain, con la sua fondazione nel 1970 e la svolta epocale dell’acquisizione qatariota nel 2011, è ormai nota. Ma la stagione 2024-2025 ha aggiunto il capitolo più importante, quello che ha dato un senso a tutto. Il motto “Rêvons plus grand” (Sogniamo più in grande) non è più uno slogan ambizioso, ma la cronaca di un successo raggiunto. I soprannomi “Les Parisiens” e “Les Rouge et Bleu” risuonano oggi con un’aura diversa, quella dei campioni.
Per anni, la storia recente del PSG è stata definita dalle sue stelle e dalle sue delusioni, prima fra tutte la “remontada“. Oggi, quel trauma è stato cancellato, lavato via dalle lacrime di gioia della finale di Champions League. La vera vittoria di questo club è stata quella di trasformarsi. L’addio di Kylian Mbappé, che sembrava l’inizio di un ridimensionamento, si è rivelato una benedizione. Ha costretto la società a smettere di costruire attorno a un monumento per iniziare a costruire una cattedrale, dove ogni pietra è fondamentale. La maglia iconica disegnata da Daniel Hechter non veste più singoli solisti, ma un’orchestra che suona all’unisono la sinfonia più bella: quella della vittoria.
Se il PSG ha raggiunto l’apoteosi, gran parte del merito va al suo direttore d’orchestra, l’uomo che ha trasformato il possesso palla in dominio totale: Vitinha. Nella stagione del “Triplete“, il centrocampista portoghese si è consacrato come il miglior regista del pianeta. Non ci ha fatto innamorare con giocate ad effetto, ma con la perfezione costante di ogni sua scelta, con un’intelligenza calcistica che sembra anticipare il futuro.
Vitinha è stato il faro nella tempesta delle notti europee. La sua capacità di resistere al pressing, di trovare sempre la linea di passaggio corretta e di dettare il ritmo della squadra è stata la chiave per scardinare le difese più agguerrite. La sua prestazione nella finale di Champions League è già materiale da manuale del calcio: un saggio di controllo, visione e leadership silenziosa. In un’era che celebra l’ego, Vitinha è l’eroe del collettivo, il genio discreto che non ha bisogno dei riflettori per brillare. È il simbolo di questo PSG: non il più appariscente, ma semplicemente il più forte.
Non è più “il giovane più interessante”. Warren Zaïre-Emery è una certezza assoluta, un pilastro di un club che ha vinto tutto. Il “Titi” parigino non è più il futuro, è il presente glorioso di questa squadra. La stagione 2024-2025 è stata quella della sua esplosione definitiva. Ha smesso i panni della promessa per indossare quelli del leader.
Con la maturità di un trentenne e l’energia di un ragazzo che ha realizzato il suo sogno, “WZE” ha dominato il centrocampo di ogni stadio d’Europa. Non si è limitato a recuperare palloni e a tessere il gioco; è stato decisivo, segnando gol pesantissimi nei momenti che contavano, trascinando i compagni con una personalità straripante. La sua immagine, con il pugno alzato verso la curva del Parc des Princes dopo una vittoria cruciale, è diventata l’icona di questo trionfo. Zaïre-Emery è la dimostrazione vivente che l’anima di un club può risiedere nel talento cresciuto in casa. È l’eroe locale che ha portato la sua gente sul tetto del mondo.
Luis Enrique non è più un allenatore, è un’icona. È il visionario che ha visto il futuro prima di tutti gli altri. Quando molti pensavano che il PSG senza la sua stella principale fosse destinato a un passo indietro, lui ha costruito il capolavoro più grande. Ha preso un gruppo di eccellenti giocatori e lo ha trasformato in una squadra invincibile, basata su principi non negoziabili: il dominio del gioco, il pressing asfissiante e, soprattutto, la supremazia del collettivo sull’individuo.
La sua gestione è stata un capolavoro di psicologia e tattica. Ha convinto ogni singolo giocatore a sacrificarsi per la causa comune, creando una fratellanza nello spogliatoio e una macchina perfetta in campo. Il “Triplete” è la sua vittoria più grande, la vindice della sua filosofia. Ha preso un club famoso per la sua “pazzia” e la sua incostanza e lo ha reso un modello di coerenza e forza mentale. Ha raggiunto l’obiettivo che tutti i suoi predecessori avevano fallito, consegnando al PSG l’immortalità sportiva.
Ogni altro successo, ogni altro trofeo, impallidisce di fronte a ciò che il Paris Saint-Germain ha compiuto nella stagione appena conclusa. Il punto più alto, il momento che definisce l’intera esistenza del club, è il leggendario “Triplete” del 2025. La vittoria del campionato (Ligue 1) e della Coppa di Francia sono stati il contorno di un’impresa storica: la conquista della prima, agognatissima UEFA Champions League, per di più con un 5-0 in finale su un’Inter stordita totalmente dagli scatenati francesi.
Quel trionfo ha rappresentato il compimento di un percorso lungo e tortuoso, iniziato nel 2011. Ha ripagato ogni investimento, cancellato ogni delusione e proiettato il club in una nuova dimensione. Non è stata la vittoria di un singolo, ma il trionfo di un’idea di calcio, di un gruppo unito che ha superato ogni ostacolo con organizzazione, talento e un cuore immenso. La Coppa dalle grandi orecchie alzata al cielo non è solo un trofeo, ma il simbolo della consacrazione definitiva.
Il PSG non arriva al Mondiale per Club per partecipare. Ci arriva da favorito assoluto, con lo status di miglior squadra del pianeta. La domanda non è “dove può arrivare”, ma “chi può fermarlo?”. La fame di vittorie di questo gruppo, forgiata dal successo, è tutt’altro che sazia. L’obiettivo è chiaro e dichiarato: aggiungere il titolo mondiale alla bacheca per completare un “Quadruple” che consegnerebbe questa squadra alla leggenda eterna. Questo torneo non è un esame, ma può essere un tour trionfale, una passerella per dimostrare al mondo intero la propria superiorità. Il PSG di Luis Enrique si presenta con la forza tranquilla di chi sa di essere il migliore, con la consapevolezza tattica di una squadra che ha raggiunto la perfezione e con la fame di chi vuole scrivere l’ultima, gloriosa pagina della stagione più incredibile della sua storia. Il trono del mondo li attende.