Pruzzo e un colpo di testa epico che dura da quarantaquattro anni | OneFootball

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·13 marzo 2021

Pruzzo e un colpo di testa epico che dura da quarantaquattro anni

Immagine dell'articolo:Pruzzo e un colpo di testa epico che dura da quarantaquattro anni

Ha ragione chi sostiene che, da un punto di vista storico e da un punto di vista calcistico, prima di Mauro Boselli viene Roberto Pruzzo. Era il 13 marzo 1977 e lo stadio Luigi Ferraris ospitava il derby della Lanterna. Situazione disperata per la Sampdoria, penultima in classifica con Bologna e Catanzaro: il Genoa, quattro punti di più, era decimo ex aequo con il Milan ma non vinceva una stracittadina esattamente da dieci anni e un giorno (12 marzo 1967, 1-0 gol di Franco Rivara, la Tigre di Ronco). Quel derby, distinto da una situazione societaria difficile per i rossoblù – era in corso il contenzioso mosso dal socio Baldazzi nei confronti del presidente Fossati, su istanza dei creditori del Genoa il giudice pignorò i mobili della sede e si riservò di sequestrare anche gli incassi – partì male per il Grifone, in svantaggio dopo il gol di Zecchini.

Mister Simoni cambiò marcatura all’uomo più pericoloso degli avversari, mise Ogliari su Gianluigi Savoldi: mossa che cambiò il volto della partita. «Savoldi è partito alla Sivori, ma poi Ogliari gli ha nascosto la palla» commentò Vladimiro Caminiti, splendida firma di Tuttosport. Pareggiò Damiani, Arnuzzo commise un rigore sullo stesso che, poi, Di Vincenzo parò a Pruzzo il quale, tuttavia, si rifece al 78′: Basilico innescò sulla sinistra Castronaro che crossò approfittando di un’uscita fuori area di Marcello Lippi, il libero doriano. Pruzzo staccò su Zecchini e infilò Di Vincenzo sotto la Gradinata Sud. Fu la più grande delusione della carriera del portiere blucerchiato. Leggenda narra che l’urlo di gioia dei tifosi del Genoa si sentì a chilometri di distanza. Il Genoa vinse 2-1, a fine stagione la Sampdoria retrocedette in B per due punti. Il giorno dopo sempre Caminiti scrisse: «Il Genoa non è soltanto Pruzzo e Damiani. È anche una grande folla che gli soffia nel cuore».

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