🤑 Premier spendacciona, gli altri restano a guardare! E la Superlega... | OneFootball

Passano le sessioni di mercato, cambiano le squadre protagoniste, ma è sempre la storia.

La Premier League si conferma il campionato più attivo in ottica trasferimenti, anche se mai come quest’anno il divario con le altre leghe è abissale.

Grande protagonista, ovviamente, il Chelsea di Todd Bohely, che dal 2 gennaio a oggi ha speso la bellezza di circa 211 milioni. Una cifra folle, ancor di più se si pensa che già in estate i Blues erano stati i grandi protagonisti del mercato.

Il colpo è stato Mychajlo Mudryk, strappato allo Shakhtar per 70 milioni più 30 di bonus, a cui si sono aggiunti i vari João Felix (11 milioni solo per il prestito), Benoit Badiashile (38 milioni al Monaco), Noni Madueke (35 al Psv), Andrey Santos (12,5 al Vasco da Gama) e David Fofana (10 al Molde).

E non è finita qui, perché Potter potrebbe avere presto altri rinforzi per tentare la scalata verso un posto in Europa. Sì perché, nonostante i milioni spesi, oggi il Chelsea è decimo in classifica, con un ritardo di 10 punti dalla zona Champions.

Lo strapotere della Premier, però, non si ferma solamente al sud di Londra. Ogni movimento rilevante, infatti, è arrivato dall’Inghilterra.

Aston Villa, Southampton, Leeds, Tottenham, Arsenal, Liverpool si sono tutte mosse, perfino il Nottingham Forest neopromosso ha investito 20 milioni su Danilo, talentuoso mediano proveniente dal Brasile.

Le ultime voci giunte, non sembrano cambiare il trend. Le uniche offerte per gli esuberi delle nostre big, infatti, arrivano sempre dal massimo campionato inglese.

Arsenal e Leeds paiono voler contendersi il centrocampista della Juventus Weston McKennie, con l’americano che avrebbe già trovato un accordo con gli Whites.

In casa Inter, invece, si attende l’offerta del Nottingham per Roberto Gagliardini. gli inglesi da tempo sono interessati all’ex Atalanta, per la verità più per giugno. La speranza di Marotta e Ausilio è che arrivi un’offerta già a gennaio, così da non perdere il giocatore a zero.

Scenari a cui ormai ci si è abituati, ma forse mai come quest’anno la Premier è riuscita ad allargare il gap tra sé e gli altri campionati. Dopotutto, c’è un motivo se la si chiama Superleague.